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Konrad Krajewski, l’arcivescovo che ha donato casa ai migranti e ora dorme in ufficio

L’arcivescovo polacco, elemosiniere della Santa Sede, ha ceduto il suo appartamento a una famiglia di profughi siriani arrivata in italia con i corridoi umanitari del progetto Mediterranean Hope.
A cura di Davide Falcioni
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Si chiama Konrad Krajewski, è un arcivescovo polacco elemosiniere di Papa Francesco, e ha deciso di cadere il suo appartamento di via Borgo Pio, nella Città del Vaticano, a una famiglia di rifugiati politici. Il religioso ha preso decisamente sul serio quanto nel 2013 gli disse Bergoglio: “La scrivania non fa per te, puoi venderla; non aspettare la gente che bussa, devi cercare i poveri”. Krajewski però ha fatto molto di più e dopo aver appreso di una famiglia siriana arrivata grazie ai corridoi umanitari di Mediterranean Hope ha ceduto l'appartamento che il Vaticano gli aveva messo a disposizione, trasferendosi in ufficio. Per alcune settimane ha vissuto in una stanza al piano terra, dove sono conservate le pergamene che l’elemosineria compila con la benedizione apostolica a chi ne fa richiesta. Poi, lo spostamento a un piano superiore dove ha almeno garantita un po’ di privacy.

Dal canto suo Konrad Krajewski fa professione di modestia e giudica la sua iniziativa  "una cosa normale, nulla di eccezionale”. Poi aggiunge, intervistato da Repubblica: "Sono tanti i sacerdoti nel mondo che, non da oggi, si comportano così. La carità e la condivisione sono nel dna della Chiesa. A ognuno è chiesto qualcosa secondo il suo compito. Io non ho famiglia, sono un semplice sacerdote, offrire il mio appartamento non mi costa nulla”. D'altro canto che l'arcivescovo credesse nella missione che il Papa gli ha affidato era evidente anche dalla decisione di arredare l'ingresso dell’elemosineria con una statua di Gesù a grandezza naturale rappresentato come un homeless disteso su una panchina: “Tutta l’estate – spiega Krajewski – i nostri servizi rimangono aperti: la barberia, le docce vicino al colonnato di san Pietro, il presidio medico, i bagni pubblici. La gente ha bisogno tutti i giorni dell’anno, e tutte le ore del giorno. E noi non chiudiamo mai. Abbiamo già iniziato la domenica a portare i disabili e i poveri nel stabilimento balneare vicino a Polidoro. La sera la giornata si chiude sempre con una pizza tutti insieme. Cose semplici ma concrete”.

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