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Kim Jong-nam, dopo l’omicidio tentano anche di rubare il cadavere

Nuovi misteri sulla morte del fratellastro del leader nordcoreano dopo il suo omicidio. Qualcuno infatti ha forzato l’obitorio in Malesia per portare via il cadavere. Le autorità malesi sospettano di un funzionario dell’ambasciata nordoreana.
A cura di Antonio Palma
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Sta diventando un mistero sempre più fitto quello della morte di Kim Jong-nam, primogenito dell'ex leader nordcoreano Kim Jong-il e fratellastro dell'attuale dittatore Kim jong-un. Dopo l'omicidio da film ad opera di alcune ragazze nell'aeroporto di Kuala Lumpur, in Malesia, sul quale resta ancora da fare molta chiarezza, nelle scorse ore infatti  qualcuno ha anche tentato di trafugare la salma dell'uomo dall'obitorio della  capitale della Federazione malese. Ad annunciarlo sono state le stesse autorità locali secondo le quali no si sarebbe trattato solo di un tentativo di furto, fortunatamente sventato,ma di una serie di irruzioni nella struttura  per manomettere il cadavere.

Il sospettato numero uno sarebbe un diplomatico nordcoreano già coinvolto nelle indagini sulla morte di Kim Jong-nam. Si tratterebbe di un importante funzionario dell’ambasciata nordcoreana a Kuala Lumpur di nome Hyon Kwang Song che la polizia malese ora ha inserito nel lista del persone da interrogare insieme a un dipendente della compagnia aerea nazionale nordcoreana Air Kory, Kim Uk Il. Entrambi si troverebbero ancora nel Paese a differenza dei quattro uomini ricercati che avrebbero lasciato la Malesia subito dopo il delitto.

La Malesia ha chiesto la collaborazione della Corea del Nord per interrogare il diplomatico ma difficilmente arriverà l'autorizzazione visto che il regime di Pyongyang aveva addirittura chiesto che non venisse fatta nessuna autopsia sul corpo di Kim e che il cadavere fosse consegnato il prima possibile alle autorità nordcoreane. Non solo, la Nord Corea, ha anche chiesto il rilascio dei tre sospetti arrestati in relazione all'omicidio: una donna vietnamita, una donna indonesiana e un uomo nordcoreano.

Il capo della polizia malese, Khalid Abu Bakar, però ha spiegato che contro di loro ci sono prove schiaccianti e che le donne arrestate sapevano perfettamente di star usando veleno. Secondo la polizia malese, le due erano state istruite per cospargere le proprie mani con prodotti chimici tossici e quindi passarle sul volto di Kim Jong-nam per poi lavarle subito in modo da non restare intossicate. Inoltre l’aggressione sarebbe stata provata più di una volta in alcuni centri commerciali di Kuala Lumpur. Al momento però non si sa ancora come sia morto Kim, il medico legale non ha individuato attacchi cardiaci o ferite o punture.

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