Kamikaze Isis in Egitto, dozzine di morti. Il Cairo: “Siamo in guerra”
Dopo essere riuscito ad assumere il controllo di parte della Siria, della Libia e dell'Iraq, lo Stato Islamico tenta di sfondare anche in Egitto. E' di qualche ora fa la notizia che circa 70 miliziani di Bayt al-Maqqdis, il gruppo jihadista del Sinai aderente all'Isis, sono riusciti ad attaccare una stazione di polizia di Sheikh Zuweid con razzi e lanciagranate, non prima di aver disseminato mine sulle strade adiacenti per impedire il tempestivo arrivo dei soccorritori delle forze governative del Cairo. Contemporaneamente altri miliziani aderenti al califfato hanno attaccato ad El Arish e Rafah altre postazioni dell’esercito egiziano, facendo ricorso ad azioni suicide.
L'operazione è stata rivendicata dal gruppo armato, che ha dichiarato di aver "colpito 15 obiettivi nemici" mettendo a segno "operazioni di martirio". Il bilancio è pesante: le vittime fra i militari egiziani sarebbero "dozzine". "L’Egitto è in stato di guerra", ha infatti dichiarato il primo ministro Ibrahim Mahlab annunciando nuove misure anti-terrorismo.
Ancora incerto il numero dei morti: se Reuters parla di 36 persone e Associated Press di 50 altre fonti arabe ritengono che le vittime siano 70. I jihadisti avrebbero utilizzato armi anti-carro contro blindati e tank dell’esercito del Cairo, che è stato colto di sorpresa da quella che sembrerebbe essere la più importante e ben congegnata offensiva militare finora lanciata da Isis nel Nord Sinai. Quel che è certo è che ad El Arish e Rafahad, a ridosso della Striscia di Gaza, si sta ancora combattendo. Lo Stato Islamico avrebbe issato la propria bandiera sulla caserma di polizia di Sheikh Zuweid.
Non è tardata ad arrivare la reazione israeliana: il governo ha immediatamente allertato ai massimi livelli l'esercito e fanno decollare dei droni per monitorare la situazione a ridosso del Sinai.
