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Juncker: “Mai visti leader di Stato tanto ignoranti”

Il presidente della Commissione Europea esprime il suo stupore per le reazioni al suo discorso sullo Stato dell’Unione. “Ho solo ricordato le disposizioni del trattato”. E sull’euro afferma “La mia intenzione non è di forzare i Paesi a usare l’euro ma di dire vi aiuteremo a concretizzare la volontà di entrare”.
A cura di Maurizia Marcoaldi
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Nel suo discorso sullo Stato dell'Unione di una settimana fa il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker aveva toccato vari argomenti. Dall'omaggio all'Italia per il suo impegno nel gestire il flusso dei migranti alla necessità di collaborare con l'Onu per supervisionare i centri di accoglienza in Libia; dall'aprire percorsi legali per entrare in Ue al rimprovero per Italia e Romania, ancora indietro per quanto riguarda le vaccinazioni; dalla proposta di fondere le presidenze di Consiglio e Commissione Europea alla figura di un ministro europeo dell'economia e delle finanze fino a parlare di euro e della reale possibilità di farlo diventare la moneta di tutti gli Stati membri dell'Unione europea, annunciando anche la creazione di uno strumento di pre-adesione alla moneta unica per dare un aiuto finanziario agli Stati. Mai però Juncker si sarebbe aspettato una reazione simile alle sue proposte: "Sono molto sorpreso di vedere che in molti Paesi, e anche a livello di capi di Stato e di governo, ci si sia stupiti. Ricordare le disposizioni del trattato e destare sorpresa ricordandole, dimostra la condizione di ignoranza di molti di coloro che pretendono di poter dirigere in ogni circostanza l'Europa". 

Lo stupore è per le reazioni alla sua proposta di decidere a maggioranza qualificata in materia di politica estera, ma anche per il discorso sull'euro. Il presidente della Commissione ha infatti voluto sottolineare che non ha proposto "di fare degli Stati membri non euro degli Stati membri dell'Eurozona, ma ho semplicemente ricordato quello che prevede il Trattato, cioè che tutti gli Stati, salvo la Danimarca e la Gran Bretagna, che lascerà l'Unione, che rispondono ai criteri hanno non solo il diritto, ma anche il dovere di divenire membri dell'Eurozona".

E sulla sua proposta di creare uno strumento di pre-adesione all'euro ha sottolineato:"La mia intenzione non è di forzare la marcia dei Paesi non euro verso il paradiso monetario, che non esiste, ma di dire che, se volete, vi aiuteremo a concretizzare la volontà di entrare, ragione per la quale ho proposto degli strumenti di pre-adesione".

Altra puntualizzazione poi su Schengen: "Perché rifiutare ai nostri amici bulgari e romeni l'ingresso nell'area Schengen, dal momento che dal 2013 rispettano tutti i criteri? Si tratta delle disposizioni del trattato, senza forzare la mano a nessuno".

Il presidente del consiglio Paolo Gentiloni aveva commentato il discorso di Juncker all’Europarlamento con un tweet: “Grazie a Juncker per le sue parole sull'immigrazione e per l'alto profilo europeista del suo discorso sullo stato dell'UE".

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva poi particolarmente apprezzato l’omaggio fatto all’Italia sulla gestione dei flussi migratori: “E’ importante che tutti comprendano, come ha compreso la Commissione europea e diversi Paesi dell'Unione, che il fenomeno migratorio non è soltanto un problema di Malta, dell'Italia o della Grecia, ma è un problema complessivo dell'Europa".

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