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Jobs act, i dissidenti del Pd. Bersani vuole modifiche, Fassina in piazza con Cgil

Ancora polemiche sulla riforma del lavoro, nonostante la fiducia ottenuta da Renzi. Bersani, Fassina e Cuperlo avvertano il premier. Ma non sono i soli. Camusso (Cgil): “Jobs Act, apre spazio ai soprusi”.
A cura di Biagio Chiariello
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Nonostante la fiducia ottenuta in nottata al Senato, sembrano restare immutate le divisioni nel Pd  sul Jobs Act. "Voglio credere che ci siano spazio e tempo per le modifiche" alla Camera, dice Pier Luigi Bersani. Tempo che in realtà il premier Renzi non sembra intenzionato a spendere. E a proposito delle modifiche invocato dall’ex segretario dem, Stefano Fassina lascia intendere che “in assenza di cambiamenti significativi" sul Jobs Act "io ritengo che la manifestazione della Cgil del 25 ottobre sia utile e quindi andrò in piazza". Il principale dei sindacati ha accusato il governo di aver compiuto, ponendo la fiducia, "una palese forzatura che ha compresso il dibattito parlamentare, posto le basi per un'ulteriore precarizzazione dei giovani, tolto diritti invece di estenderli, aperto spazi all'arbitrio e al sopruso".

I dissidenti del PD

Fassina ha affermato di non essere "disposto a votare la delega sul lavoro come uscita dal Senato". E sulla volontà dell’esecutivo accelerare l'esame del Jobs Act in vista della legge di stabilità, il deputato ‘dissidente’ precisa: "La legge arriva in Aula a metà novembre, ci sono tutti i tempi per una discussione approfondita in commissione. Non è un problema di tempi, ma di volontà politica del governo. Se c'è facciamo un testo utile ai lavoratori", osserva. Parole che fanno intendere come il caso Tocci (il senatore Pd che rassegnate le proprie dimissioni dopo aver votato fiducia) potrebbe non essere isolato tra i democratici. “Io sono un deputato del pd, voglio che questo Governo faccia delle buone riforme, ma se va avanti a colpi di fiducia condizionando i parlamentari, anche quelli del Pd, questo non va nella direzione del ‘cambiar verso’, vuol dire andare in contromano”, dice Gianni Cuperlo, intervistato a Taxi Populi.

Camusso e la manifestazione Cgil del 25 ottobre

Per il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, la fiducia ottenuta da Renzi sul Jobs Act ovviamente significa che la battaglia è persa. "Sapevamo che il Senato avrebbe votato, era assolutamente chiara la volontà del governo ma come abbiamo detto anche programmando la manifestazione del 25 ottobre, non è sufficiente il voto del Parlamento per decidere che questa battaglia è finita”. Sull'eventualità che le altre sigle sindacali possano unirsi alla manifestazione del 25 ottobre, la Camusso ha quindi spiegato che "bisogna avere la pazienza di guardare un movimento che cresce e nel frattempo non avere la preoccupazione che il tempo sia contro di noi. Il tempo è con noi".

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