2 CONDIVISIONI

Jobs Act, i dati del Ministero ad un anno dalla riforma: meno licenziamenti, più contratti

I dati del Ministero del lavoro ad un anno dalla riforma del governo. I sindacati : “Questi dati vanno bene ma non bastano”
A cura di Antonio Palma
2 CONDIVISIONI
Immagine

Ad un anno dall'esordio del Jobs Act, la riforma del lavoro voluta dal Governo Renzi, è il tempo di fare un primo bilancio dei risultati ottenuti sul mondo dell'occupazione. A farlo è stato lo stesso Ministero del Lavoro nell'ambito delle comunicazioni obbligatorie su contratti e licenziamenti nel nostro Paese. Ed è un bilancio più che positivo secondo il Dicastero che parla di licenziamenti in calo e di più contratti a tempo indeterminato, anche se con la nuova formula del contratto a tutele crescenti e senza l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori per i nuovi assunti. Nel dettaglio, nel corso del 2015 le interruzioni di contratto per licenziamento sono state 841.781, un calo dell'8,4% rispetto all'anno precedente.

Un dato influenzato fortemente dall'ultimo trimestre dell'anno, periodo in cui si è registrato una diminuzione del 14,9% dei licenziamenti. In particolare nel 2015 sono diminuiti soprattutto i licenziamenti degli uomini con un -18,4%, mentre per le donne la riduzione è stata più contenuta. Da segnalare inoltre l'aumento delle cessazioni dei rapporti di lavoro per dimissioni (+8,9%) e dei pensionamenti (+29,3%).

Secondo le elaborazioni dei Consulenti del Lavoro, con il contratto a tutele crescenti introdotto con il Jobs act effettivamente calano i licenziamenti rispetto all'anno precedente. Dal punto di vista della sopravvivenza dei contratti a tempo indeterminato nel 2015, per i consulenti risulta che, in regime di tutele crescenti, per ogni 100 contratti stipulati due lavoratori in più hanno conservano il posto di lavoro rispetto al 2014.

Anche sul piano delle assunzioni i dati del Ministero segnalano buoni risultati con un deciso incremento soprattutto nell'ultimo trimestre del 2015. Nell'intero anno i contratti stabili in più sono stati 271.791 frutto della differenza tra i 2.346.101 di nuovi contratti a tempo indeterminato (+43,5% sul 2014) e i 2.074.310 di contratti a tempo indeterminato cessati (+2% sul 2014). Nel quarto trimestre dell'anno in particolare, anche grazie agli incentivi per le aziende, ci sono stati 739.880 contratti con una crescita del 100,9% sullo stesso periodo del 2014. Al contempo sono calate le collaborazioni (-40,4%), i contratti di apprendistato (-17,7%) e quelli a tempo determinato (-7,7%).

I sindacati e il Jobs Act: "Questi numeri non bastano"

"Per noi il bilancio a un anno dalla riforma del lavoro è molto. La creazione di centinaia di migliaia di posti di lavoro nuovi, oltre alle persone che sono rientrate al lavoro visto il dimezzamento della cassa integrazione danno dei numeri che non sono discutibili sull'efficacia di queste misure. Se tutti gli anni andassero così avremmo di che festeggiare" ha affermato il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio. "Questi dati vanno bene ma non bastano", ha sottolineato invece la leader Cisl, Annamaria Furlan, spiegando che "il tema vero è come creare occupazione per quei tre milioni di persone che non trovano lavoro, e questo si fa attraverso gli investimenti". Stessa considerazione della Cgil che parla di merito sopratutto della ripresa economica generale più che della riforma.

2 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views