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Jobs Act, a marzo 92mila posti di lavoro in più

Nel mese di marzo il Jobs Act porta 92mila contratti: il numero di attivazioni di nuovi contratti di lavoro è pari a 641.572; quello delle cessazioni è stato pari a 549.273 e quindi, secondo i dati forniti dal ministero del Lavoro, il saldo è in attivo per oltre 92.000 unità.
A cura di Susanna Picone
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A marzo, mese di debutto del Jobs Act, le attivazioni dei nuovi contratti di lavoro nel complesso, ad eccezione del lavoro domestico e della pubblica amministrazione, sono state 641.572 a fronte di 549.273 cessazioni. Secondo il ministero del Lavoro, che ha diffuso i dati, il saldo tra nuovi contratti e quelli chiusi è positivo. Si tratta di dati ancora provvisori e suscettibili di verifiche ma intanto si registra che il numero di attivazioni di nuovi contratti di lavoro è in aumento rispetto ai 620mila circa dello stesso mese del 2014 e se si considera che nello stesso mese le cessazioni sono state 549.273 si ha un saldo positivo di 92.299 unità. Per il lavoro a tempo indeterminato il saldo è stato positivo per 31.000 contratti a fronte del saldo negativo a marzo 2014 di oltre 36.000 contratti. I contratti a tempo indeterminato attivati sono stati infatti 162.498 a fronte di 131.128 contratti cessati. A marzo 2014 mentre il saldo complessivo di tutte le tipologie contrattuali era stato positivo per oltre 61.000 unità (620.032 attivazioni a fronte di 558.366 cessazioni) era stato invece negativo per i contratti a tempo indeterminato (36.000 in meno con 144.839 cessazioni a fronte di 108.647 attivazioni).

Istat: retribuzioni contrattuali invariate a marzo

L’Istat ha fornito i dati sui salari nel mese di marzo rivelando che le retribuzioni contrattuali orarie risultano invariate rispetto al mese precedente, mentre aumentano dell'1,0% su base annua. Complessivamente, nei primi tre mesi del 2015, la retribuzione oraria media è cresciuta dell'1,0% rispetto al corrispondente periodo del 2014. Gli aumenti maggiori sono per le telecomunicazioni (3,5%), la gomma, la plastica e la lavorazione minerali non metalliferi (3,3%) e l'energia e i petroli e le estrazioni minerali (3,0%). Continuano ad aumentare a marzo i mesi di attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto. Secondo l’Istat sono necessari in media oltre tre anni, 39,3 mesi, in decisa crescita rispetto allo stesso mese del 2014 (27,2). I contratti in attesa di rinnovo sono 40 e riguardano circa 7,3 milioni di dipendenti, di cui 2,9 milioni nel pubblico impiego.

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