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Italicum in Senato. Renzi incontra Berlusconi, ma la minoranza Pd: “Voteremo contro”

Il Presidente del Consiglio ha incontrato Silvio Berlusconi: sul tavolo il voto della legge elettorale e l’elezione del nuovo Capo dello Stato. Intanto la minoranza Dem ha annunciato il non voto in Aula sull’Italicum.
A cura di Davide Falcioni
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Ore 22.20 – Berlusconi: "Con Italicum verso il bipartitismo. "Il premio di maggioranza a una lista può rappresentare un importante stimolo a superare egoismi delle forze politiche, quasi una imposizione di legge per l'unificazione del Centro-Destra", lo ha dichiarato Silvio Berlusconi parlando della nuova legge elettorale in discussione al Senato, aggiungendo: "È un tentativo per raggiungere il bipartitismo e superare quella frammentazione endemica del quadro politico che riteniamo essere uno dei peggiori mali della nostra democrazia".

Ore 20.45 – Incontro Berlusconi Alfano. Dopo aver incontrato Renzi, Silvio Berlusconi mercoledì incontrerà anche il suo vecchio braccio destro Angelino Alfano, leader del Nuovo centrodestra. L'appuntamento tra il leader di Forza Italia e quello di Ncd è previsto per il primo pomeriggio negli uffici del Senato. I due si erano già incontrati lunedì per valutare una posizione comune sulla scelta del Capo dello Stato e anche questo nuovo appuntamento probabilmente avrà come tema centrale l'elezione del prossimo Presidente della Repubblica. All'incontro saranno presenti i capigruppo di entrambi i partiti.

Ore 20.30 – Seduta conclusa al Senato. Dopo un lungo dibattito sull'Italicum anche con momenti di tensione in Aula, la seduta odierna del Senato si è conclusa con un nulla di fatto. Come comunicato dalla presidente supplente di Palazzo Madama, Valeria Fedeli, la seduta riprenderà domani alle ore 9.30. Convocata nel frattempo anche una riunione dei capigruppo per stabilire l'ordine di lavori parlamentari

Ore 20.00 – Lancio oggetti contro la presidenza – La tensione sempre più alle stelle in Senato dove si discute sull'Italicum. Al momento dell'inizio del voto sugli emendamenti infatti qualcuno ha lanciato una penna biro verso i banchi della presidenza dove sedeva la presidente supplente di Palazzo Madama, Valeria Fedeli. Anche per questo il voto sul primo emendamento i discussione è stato annullato. In precedenza l'Aula aveva bocciato la richiesta di Roberto Calderoli di riaprire, seppur per un breve periodo, i tempi per presentare sub-emendamenti all'emendamento di Stefano Esposito.

Ore 19.30 – Continua in Aula al Senato la discussione sull'emendamento del senatore Esposito che cancellerebbe di fatto la maggior parte degli altri emendamenti all'Italicum. La presidente supplente del Senato, Valeria Fedeli, rispondendo alla questione sollevata da Roberto Calderoli comunque ha giudicato l'emendamento ammissibile. Esposito dal suo canto ha rigettato le accuse e rivolto a Calderoli ha spiegato: "Il mio emendamento è come quello di qualsiasi altro senatore. Ho consegnato l'emendamento e sono andato via prima di lei". "Lei è maestro di tecnica parlamentare. Mi chiamerò Esposito, ho meno anni di voi, ho meno tecnica di voi, ma oggi con un solo emendamento ho battuto lei con 44.000 emendamenti" ha concluso Esposito.

Ore 19.00 –  Calderoli: "Emendamento Esposito fuori tempo massimo". "Ho 12 testimoni che hanno visto alle 20.10, la sera in cui scattava il termine per la presentazione degli emendamenti, il senatore Stefano Esposito che stava scrivendo l'emendamento che poi ha presentato, quindi il suo emendamento è sicuramente arrivato fuori dai termini". Lo ha dichiarato in Aula, a palazzo Madama, il senatore della Lega, Roberto Calderoli, sottolineando che a suo avviso si tratta di una forzatura del governo che vuole far passare come emendamento da votare in prima battuta quello che in realtà dal punto di vista regolamentare è un ordine del giorno.

Ore 18.30 – Iniziata in Senato la discussione che porterà alle votazioni sull'Italicum e sugli emendamenti alla nuova legge elettorale. Dopo lo scontro in Assemblea, nel Pd la tensione è alle stelle visto che la minoranza del partito tra cui i 29 senatori che hanno firmato il documento Gotor contro i capilista bloccati ha deciso di non partecipare al voto in Aula. Renzi dal suo canto ha ribadito che se mancasse la maggioranza in Senato sarebbe molto grave per il govenro e il Partito Democratico e ha chiesto ai suoi parlamentari di Palazzo Madama di votare l'emendamento Esposito, cioè la modifica che annulla la maggior parte dei 40mila emendamenti presentati e che di fatto blinda l'Italicum. Anche Silvio Berlusconi, che questa mattina ha visto Renzi, nel pomeriggio si è riunito con i senatori di Forza Italia e ha invitato il gruppo a rispettare i patti e a votare l'emendamento Esposito non senza malumori nel partito.

Ore 14.30 – La minoranza del Partito Democratico non voterà al Senato la riforma della legge elettorale. Lo ha reso noto Miguel Gotor, che ha spiegato come non ci sia "ormai nessuna trattativa. E siamo in 29 senatori dem a confermare la linea del no ai capilista bloccati" nell'Italicum. L'assemblea dovrebbe concludersi con un voto. "Ormai – aggiunge rammaricato Gotor – la discussione è solo con Berlusconi". Gianni Cuperlo ha rilanciato: "L'impegno di Miguel Gotor e altre decine di senatori per un parlamento scelto finalmente dai cittadini è coerente con quanto tutto il Pd, compreso Renzi, si è impegnato a fare davanti al Paese. Se oggi il capo del governo per difendere il patto con la destra sceglie la via di un parlamento composto in larga misura di nominati si colpisce alla base quel principio della rappresentanza che la riforma vorrebbe rigenerare. Altroché partito nel partito o la sciocca retorica su gufi e sabotatori che veline dall'alto rilanciano sui giornali di stamani. Il confronto in corso al Senato è una battaglia per la democrazia, per una buona legge, per non sacrificare i principi sui quali tutto il Pd, in  tempi non sospetti, ha messo la faccia".

UPDATE: Il Presidente del Consiglio ha accolto questa mattina il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi: i due si stanno confrontando a Palazzo Chigi intorno ad alcuni tempi cruciali. Su tutti il voto sulla legge elettorale e l'elezione del nuovo Capo dello Stato. Il colloquio, che rinsalda il Patto del Nazareno, anticipa una serie di altri importanti impegni del premier, primo tra tutti l'incontro alle 12 con la minoranza Dem, fortemente intenzionata a non votare l'Italicum se la legge prevederà – come da accordi con Berlusconi – i capilista bloccati. In questo quadro Danilo Toninelli, deputato del Movimento 5 Stelle, lancia un appello che sembra essere destinato proprio alla minoranza del Partito Democratico, invitata a bocciare la riforma della legge elettorale.

E' il giorno dell voto in Senato sulla legge elettorale e Matteo Renzi – che stamattina incontra Silvio Berlusconi – sa che non dovrà guardarsi solo dall'opposizione, ma anche – o forse soprattutto – dalla minoranza del suo stesso partito, ieri molto critica nei confronti dell'Italicum ma soprattutto umiliata dalla vicenda di Sergio Cofferati, uno dei "padri fondatori" del PD dimessosi dopo i brogli alle primarie in Liguria. Il premier tuttavia sembra intenzionato a tirare dritto e usa toni perentori: "Sull'Italicum discutiamo pure, ma entro 48 ore dobbiamo chiudere ". Il massimo che concede all'area Dem è un altro giorno per discutere ed evitare fratture. Il nodo cruciale è quello dei capilista bloccati ed è intorno a questo elemento che la sinistra del Partito Democratico nutre fortissime perplessità. Ieri in conferenza stampa Miguel Gotor ha dichiarato: "No ad un parlamento di nominati. No ad un parlamento di liste bloccate. Questo era l’aspetto più deteriore del Porcellum, come hanno detto tutti i candidati alle primarie del Pd. Questo è per noi un punto dirimente sul quale non si registrano passi in avanti e dalle proiezioni fatte dal senatore Federico Fornaro, il nuovo parlamento sarebbe composto da un solo partito che elegge con le preferenze, il Pd. Tutte le altre forze politiche eleggerebbero parlamentari tutti bloccati. In questo sistema il parlamento è composto da nominati, mentre le preferenze sarebbero un optional dato solo alla lista che vince le elezioni".

La replica del premier, che aveva definito la minoranza Dem come un "partito nel partito", non si è fatta attendere: "Sia chiaro: io cerco accordi con tutti fino all'ultimo, ma non sono sotto ricatto di nessuno". Gotor, infatti, aveva attaccato: "Renzi ha concesso tutto a tutti, a Forza Italia, ad Alfano, ai piccoli partiti ma ha ignorato la posizione di un terzo dei senatori Pd. Insomma ha fatto il giro delle sette chiese e non si è mai fermato alla parrocchia del Pd di cui dovrebbe essere il curato…".

Dal canto suo Renzi ha fatto capire che non ci sono molti spazi di manovra: "Adesso dobbiamo decidere e chiudere la legge elettorale sennò c'è il Consultellum (il procellum rivisto dalla sentenza della Corte Costituzionale). Capisco molte delle osservazioni che si fanno ma sono otto anni che si parla di legge elettorale senza decidere". Il premier sembra intenzionato a tirare dritto, forte di un nuovo accordo con Forza Italia in quello che appare come una sorta di "tagliando" al Patto del Nazareno.

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