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L’Italicum passa alla Camera: 334 sì, 61 no. Opposizione esce dall’Aula

Giornata decisiva per il via libera definitivo alla nuova legge elettorale voluta dal governo Renzi: ok all’Italicum dalla Camera.
A cura di Redazione
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Ore 18:25 – L'Italicum è legge: con 334 sì e 61 no passa la versione della legge elettorale già approvata dal Senato. Via libera dunque al testo che era stato blindato con i tre voti di fiducia (sugli articoli 1,2 e 4), tra le proteste dell'opposizione: i gruppi di Sel, Fdi, Lega Nord e Forza Italia hanno infatti abbandonato l'Aula della Camera dei deputati, lasciando che ad esprimersi sulla legge fossero i soli deputati della maggioranza. Alla fine, dunque, i "dissidenti" in casa Pd sono una sessantina.

Il ministro Boschi affida il suo primo commento a twitter:

Sulla stessa linea anche Matteo Renzi, che parla di umiltà e coraggio:

Soddisfatto anche il relatore Gennaro Migliore:

Di diverso avviso altri esponenti politici:

E per l'ex capogruppo M5S "Renzi la pagherà cara":

UPDATE: M5S voterà No. A differenza degli altri gruppi di opposizione che usciranno dall'Aula, il Movimento 5 Stelle ha fatto sapere che i deputati del gruppo rimarranno per la votazione e si esprimeranno palesemente contro l'Italicum nel voto finale. I deputati del gruppo pentastellato tuttavia hanno deciso  che usciranno dall’Aula nel caso in cui Forza Italia ottenesse il voto segreto. Dopo l'annuncio di Brunetta, infatti, il partito di Berlusconi ha formalizzato la richiesta di scrutinio segreto per il voto finale sull'Italicum.

UPDATE 12.55 – Brunetta: "Le opposizioni non parteciperanno al voto sull'Italicum". Le opposizioni parlamentari non parteciperanno al voto di questa sera alla Camera sull'Italicum. Lo ha annunciato il capogruppo di Forza Italia alla camera Renato Brunetta, dopo che i vari gruppi si sono riuniti per decidere come comportarsi per il voto finale sulla legge elettorale. "Nessuna delle opposizioni parteciperà al voto finale. Non vogliamo essere parte di una giornata funerea per la democrazia italiana" ha spiegato infatti Brunetta, aggiungendo: "Il Paese deve sapere che chi lo governa fa una violenza inaccettabile al parlamento e alla democrazia, vuole essere un uomo solo al comando. Per questo poi promuoveremo anche un referendum abrogativo. Deve saperlo la Corte costituzionale, visto che la riforma del sistema di elezione del parlamento è approvata a colpi di maggioranza grazie a voti di deputati eletti con un premio dichiarato incostituzionale dalla Consulta ed altri eletti dal centrodestra. E deve saperlo il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a cui chiediamo di riflettere prima di firmare questa legge".

Dopo aver incassato una tripla fiducia in Aula a Montecitorio, Renzi è pronto a festeggiare l'approvazione definitiva della nuova legge elettorale. Oggi infatti è la giornata decisiva per il via libera finale all'Italicum sul quale la Camera dei deputati esprimerà il voto finale in serata. Nonostante il voto ormai scontato visti i numeri dei giorni scorsi, per il Premier Renzi sarà comunque una giornata intensa non tanto per le probabili contestazioni delle opposizioni ma soprattutto per il dissenso interno al Partito Democratico. "Nel Pd litighiamo ma poi ripartiamo tutti insieme" ha affermato ieri il segretario del partito mostrando ottimismo, ma ormai la spaccatura sembra sempre più insanabile. Dopo aver votato apertamente in dissenso alle indicazioni del gruppo alla Camera durante le fiducie al governo, questa mattina i membri della minoranza dem si incontreranno per decidere se votare contro o non votare. "L'orientamento prevalente è votare contro" ha spiegato Alfredo D'Attorre, sottolineando che il dissenso "potrebbe allargarsi".

Il voto sull'Italicum

In effetti non è escluso che, non essendovi in gioco la fiducia, il gruppo dei 38 dissidenti della settimana scorsa durante il voto finale sulla legge elettorale possa allargarsi ulteriormente, soprattutto tra i cosiddetti responsabili, anche se l'Italicum sembra comunque al sicuro. Al Presidente del Consiglio infatti basta che in Aula la maggioranza assoluta non scenda sotto di 316 deputati, un traguardo che appare senza ostacoli. In vista del voto finale anche il gruppo di Forza Italia si riunirà per serrare i ranghi, mentre gli altri partiti di opposizione dal canto loro preparano altre forme di protesta così come già avvenuto durante il voto sulle fiducie.

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