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Italicum, c’è la firma di Mattarella

È arrivata la firma del Capo dello Stato sulla legge elettorale approvata due giorni fa dalla Camera.
A cura di Davide Falcioni
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Ore 18:05 – Il Presidente della Repubblica ha firmato la nuova legge elettorale: l'Italicum ha dunque anche l'ultimo via libera e sarà presto pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Va in pensione dunque il Consultellum per la sola Camera dei deputati.

"Mattarella non firmi la legge elettorale". Per sapere se il Presidente della Repubblica intende legittimare l'Italicum le opposizioni non dovranno che attendere qualche ora. A due giorni dal voto della Camera, che ha dato il suo via libera con 334 voti favorevoli e 61 contrari (tutti della minoranza del PD), con le opposizioni che hanno deciso di uscire dall'aula, spetta al Capo dello Stato porre l'ultimo sigillo. Secondo il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, ieri in visita in Trentino Alto Adige, con la nuova legge  "si saprà da subito chi vince e deve fare le cose". Per Renzi l'Italicum approvato dalla Camera garantisce governabilità al paese, anche se le opposizioni ritengono che sia una brutta copia del Porcellum bocciato dalla Corte Costituzionale, di cui riproporrebbe le stesse criticità: premio di maggioranza abnorme e poco spazio alle preferenze indicate dagli elettori.

In tal senso la Lega promette battaglia e annuncia di star lavorando a un referendum che "smonterà l'Italicum". A dirlo, ironia della sorte, è stato Roberto Calderoli, "padre" del Porcellum. Sulla consultazione convergerebbe Forza Italia, mentre il Movimento 5 Stelle si sta smarcando dalla proposta. Per Alessandro Di Battista lo strumento referendario va utilizzato per altre battaglie.

In questo quadro si attendono le prossime mosse della minoranza PD: in 61, come è noto, hanno votato "no" alla Camera dei Deputati, dissotterrando l'ascia di guerra ed alzando notevolmente il livello di uno scontro interno che dura ormai da mesi. La prossima battaglia potrebbe essere quella delle riforme costituzionali al Senato, mentre Pippi Civati sembra già avere un piede fuori dal partito: "Il problema non è il ddl Boschi in sè: il problema è come arrivare all'appuntamento con le riforme costituzionali in Senato. Dobbiamo fare qualcosa prima del ddl. La frattura che si è verificata sulla legge elettorale è troppo profonda perché non abbia conseguenze". Renzi dal canto suo ostenta sicurezza e non arretra, dichiarando da un lato di voler tenere tutti dentro, dall'altro di voler "andare avanti con testa dura". E posta lo scatto della sua firma:

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