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Italiani, vecchi e grassi. Il Rapporto Osservasalute 2010 descrive un popolo pigro e sovrappeso

La salute degli italiani viene messa in serio pericolo da sedentarietà, consumo di alcol e obesità. Diminuisce l’aspettativa di vita delle donne e il paese diventa sempre più vecchio. I problemi maggiori al sud, dove la mancanza di strutture di prevenzione è dovuta al disastro finanziario.
A cura di Alessio Viscardi
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Gli italiani godono di buona salute, ma comportamenti sempre più sbagliate la stanno mettendo a serio rischio: l'Italia sta diventando una nazione di vecchi sovrappeso. Lo afferma il Rapporto Osservasalute 2010, tutta colpa di un'alimentazione che diventa sempre peggiore, della sedentarietà e dell'eccessivo consumo di alcol, soprattutto tra i giovanissimi. Infatti, la relazione parlamentare sull'alcol dimostra l'aumento del Binge drinking tra gli adolescenti. Abitudini un tempo fortemente avversate dalla cultura mediterranea, ma che sono diventate accettate socialmente negli ultimi anni. La salute delle donne, un tempo di ferro in Italia, sta peggiorando di anno in anno: non cresce più la loro aspettativa di vita che negli ultimi anni è aumentata di soli tre mesi, arrivando nel 2010 a 84,3 anni. Per gli uomini, l'aspettativa di vita è aumentata di sette mesi negli ultimi quattro anni, arrivando a 79,1 anni. Mentre negli Stati Uniti si fa la lotta all'obesità eliminando i pop-corn al cinema, in Italia non sembrano esserci contromisure appropriate.

Gli stili di vita delle donne stanno ricalcando quelli degli uomini, soprattutto per quanto riguarda il consumo si sostanze alcoliche. Sono sempre di più le donne adulte, cioè che hanno un età che va dai 19 ai 64 anni, che fanno un forte consumo. Un consumo rischioso, cioè più di 20 grammi al giorno. Se nel 2006 erano soltanto l'1,6% del totale, nel 2008 sono arrivate quasi al 5%. Una cattiva notizia che arriva proprio il giorno della Festa internazionale della donna.

Il direttore dell'Istituto di Igiene della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica di Roma, Walter Ricciardi, sostiene che i rischi per gli italiani non derivano soltanto dalla pigrizia che li fa essere sedentari, ma anche dalla mancanza di interventi di prevenzione – soprattutto nelle Regioni meridionali in cui le condizioni economiche sono più disastrate. Un problema che coinvolge la chiusura degli ospedali in adempimento alla razionalizzazione del sistema sanitario, che determina carenza di posti letto e l'impossibilità di far fronte alle emergenze. Il federalismo sanitario ha travolto le Regioni, su cui pendono tutte le decisioni in campo ospedaliero.

Il Rapporto Osservasalute 2011 è pubblicato dall'Osservatorio Nazionale sulla Salute Nelle Regioni Italiane, ci lavorano 203 esperti di sanità pubblica, esperti clinici e demografici, nonché epidemiologi e matematici. La distribuzione degli operatori è su base nazionale e i luoghi di lavoro sono diverse università pubbliche nazionali, istituzioni regionali e sedi aziendali. Costituisce, ad oggi, lo strumento più professionale per misurare la salute del nostro paese.

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