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Italiani sempre più poveri, disoccupati e sfiduciati

Presentato a Roma il nuovo Rapporto sul Bes, il “benessere equo e sostenibile”, indicatore destinato ad affiancare il Pil nella valutazione dello stato di salute del Paese. Ma nell’indagine si parla di tutto, tranne che di benessere…
A cura di Biagio Chiariello
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Tormentati dai debiti, dissestati economicamente, sfiduciati nei confronti dei partiti e diffidenti verso il prossimo. Ecco come si presentano gli italiani, secondo il primo Rapporto Bes, benessere equo e sostenibile, messo a punto da Istat e dal Cnel. Dopo aver individuato, insieme a tutte le rappresentanze della società civile i 134 indicatori del Benessere equo e sostenibile (il Bes, appunto), è stata misurata la qualità della vita degli italiani proprio attraverso questo nuovo strumento che, sottolinea Linda Laura Sabbadini, d'ora in poi dovrà sempre più affiancare il Prodotto Interno Lordo nelle misurazioni delle condizioni di un paese e della sua popolazione. E' nella giornata in cui il Pil scende ancora, sembra crollare anche la felicità dell'italiano-medio. Almeno a guardare il dato più significativo del Bed: sono 6,7 milioni le persone nel nostro Paese in grave difficoltà economica, cioè coloro che non sono in grado di affrontare una spesa imprevista di 800 euro o non possono riscaldare adeguatamente casa o sono in arretrato con i pagamenti dell'abitazione o non riescono a fare un pasto a base di proteine ogni due giorni. Il dato viene dall'indicatore della ‘grave deprivazione' che tra il 2010 e il 2011 è salito dal 6,9% all'11,1%.

L'Italia è il paese europeo che, dopo la Spagna, presenta la più forte esclusione dal lavoro dei giovani e l'unico con bassissime opportunità di occupazione regolare. Solo poco più di tre giovani su dieci lavorano con un tasso di occupazione del 33,8% tra i 20-24enni. Il dato del rapporto Bes è relativo al 2011, nello stesso anno l'Italia risultava essere terzultima in Unione europea, per tasso di occupazione (61,2%), prima solo di Ungheria e Grecia. Ciò è dovuto soprattutto alla scarsa occupazione che si registra tra le donne italiane, il cui tasso non raggiunge il 50% e nel Mezzogiorno. Inoltre, nel rapporto si evince che nei primi 9 mesi del 2012 la quota delle famiglie indebitate, sostanzialmente stabile tra il 2008 e il 2011, ha segnato un balzo, passando dal 2,3% al 6,5%. Crolla pure il potere d'acquisto, cioè il reddito disponibile delle famiglie in termini reali,  che scende del 5% tra il 2007 e il 2011.

Come detto, poi, gi italiani risultano essere sempre meno felici con una crescente diffidenza verso gli altri e la politica. La stima media dei cittadini verso i partiti, su una scala da 0 a 10, è pari ad appena 2,3. Voti bassi anche per la fiducia verso il Parlamento (3,6), le amministrazioni locali (4) e la giustizia (4,4). Le sole istituzioni verso le quali i cittadini esprimono fiducia sono i Vigili del fuoco e le Forze dell'ordine, che insieme raggiungono 7,1, come media tra i Vigili del fuoco (8,1) e le Forze dell'ordine (6,5). Per ciò che concerne il dato sulla fiducia nei confronti della gente, nel 2012 solo il 20% degli italiani di 14 anni e più ritiene che gran parte dei propri simili siano degni di fiducia.

Aumenta anche la diseguaglianza. L'indagine del Bes sottolinea infatti come in Italia sia in crescita il livello di disuguaglianza, un valore misurato attraverso il rapporto tra il reddito posseduto dal 20% più ricco della popolazione e il 20% più povero che ha registrato valori crescenti, dal 5,2% del biennio 2008-2010 al 5,6% del 2011 (il che significa che il 20% più ricco delle popolazione percepisce un ammontare di reddito più elevato del 5,6% rispetto al 20% più povero). Il rapporto, così come per quello dell'Eurostat (che prende in considerazione il coefficiente di Gini), sottolinea anche come i valori italiani su questo fronte siano al di sopra della media europea e prossimi a quelli di Irlanda e Regno Unito, inferiori a quelli di Spagna, Grecia e Portogallo.

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