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Italiani all’estero, sono oltre 4 milioni: tra le mete anche Brasile e Cina

Negli ultimi anni è cambiato il profilo di chi lascia l’Italia: a fare il punto sui numeri del fenomeno è il convegno “La nuova emigrazione italiana” organizzato dall’Università Ca’ Foscari di Venezia. C’è anche chi va a fare lo stagista in Cina.
A cura di Susanna Picone
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Sono più di quattro milioni, con precisione 4 milioni e 387mila, i cittadini italiani residenti all’estero. I dati sono quelli dell’Aire e questo fenomeno – quello appunto della emigrazione – è stato il tema di un convegno internazione organizzato dall’Università Ca’ Foscari di Venezia. Un convegno – “La nuova emigrazione italiana” – durante il quale sono state analizzate le nuove tendenze, è stato tracciato il nuovo volto dell’emigrazione italiana. È emerso che gli italiani residenti all’estero si concentrano soprattutto in Paesi come la Svizzera e la Germania, seguiti poi da Francia, Belgio e Regno Unito. Ma non sono solo queste le mete scelte ultimamente dagli italiani che lasciano la penisola: ci sono infatti nuove destinazioni, inclusi Paesi africani come Mozambico e Angola o anche la Cina, dove nelle fabbriche iniziamo a trovare anche stagisti italiani. E ci sono anche alcuni Paesi dell’America Latina tra i prescelti dagli italiani, dal Brasile all’Argentina. Si tratta quasi sempre – ha spiegato Pietro Basso, docente della Ca’ Foscari e direttore del master sull’immigrazione – di migrazioni di urbanizzati e non di popolazione rurale e  rispetto alle grandi migrazioni italiane del passato è più variegata e spostata verso le classi medie la composizione sociale.

La nuova emigrazione – Sono diverse anche le motivazioni ed è forte la componente femminile, in particolare le donne che vanno via da sole. È un fenomeno diverso perché – ha spiegato Basso – diversa è l’Italia di oggi, “immersa da più di due decenni in un declino da accelerata deindustrializzazione e da altri mali sociali e politici, rispetto a quella in qualche modo in ascesa di inizio ‘900 e del secondo dopoguerra”. Enrico Pugliese del Cnr ha ricordato che è molto diversa, rispetto al passato, la composizione della emigrazione italiana odierna: “Si tratta indubbiamente di una emigrazione scolarizzata non sempre però legata a occupazioni intellettuali, esiste al suo interno una componente intellettuale in senso stretto, costituita da ricercatori generalmente giovani, che è una espressione riduttiva rispetto alla complessità dei nuovi flussi di personale italiano altamente qualificato che lavora all’estero”.

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