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Istat, l’economia italiana in lenta ripresa: Pil a +0,9% nel 2016 ma calano i consumi

I dati finali dell’economia Italiana nel 2016: Pil in crescita ma anche il debito pubblico, cala la pressione fiscale ma anche la spesa delle famiglie.
A cura di Antonio Palma
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L'economia italiana sta tentando lentamente di riprendersi. Lo conferma l'Istat con i dati definitivi sul Prodotto interno lordo e il deficit del 2016. Per l'anno appena trascorso infatti il Pil italiano ha fatto registrato un aumento dello 0,9%, una crescita leggermente superiore alle aspettative e che rappresenta l'incremento più significativo dal 2010 ad oggi portando il Prodotto interno lordo appena al di sopra del livello registrato nel 2000 in termini di volume. Il governo aveva stimato per il 2016 un rialzo dello 0,8%, dopo lo 0,7% del 2015, il dato di oggi è quindi superiore alle stime italiane anche se in linea con quelle della Ue.

Bune notizie anche sul fronte del rapporto deficit/Pil che è sceso nel 2016 al 2,4% dal 2,7% del 2015: il risultato migliore dal 2007. Per quanto riguarda il Conto consolidato delle Pubbliche amministrazioni, in valore assoluto l'indebitamento è di 40,708 miliardi, in diminuzione di circa 3,5 miliardi rispetto a quello dell'anno precedente. Il rapporto debito/Pil invece è salito al 132,6% dal 132% del 2015 e l'avanzo primario in rapporto al Pil è stato pari all'1,5%. Contemporaneamente si registra anche una flessione della pressione fiscale, scesa al 42,9% dal 43,3% dell'anno precedente.

Nel dettaglio, come segnala l'Istat, "la crescita del Pil è stata accompagnata nel 2016 da un'espansione delle importazioni di beni e servizi del 2,9%. L'insieme delle risorse disponibili, misurate in termini di volume, è aumentato rispetto all'anno precedente dell'1,3%. Dal lato degli impieghi si è registrato un aumento del 2,9% degli investimenti fissi lordi e dell'1,2% dei consumi finali nazionali". Per quanto riguarda il contributo alla variazione del Pil, la domanda nazionale è risultata positiva per 1,4 punti, mentre la variazione delle scorte e la domanda estera netta hanno fornito apporti negativi. In pratica l’export è cresciuto meno rispetto all’import.

Infine da segnalare il calo della spesa per consumi finali delle famiglie residenti che, secondo l’Istat, è cresciuta in volume dell’1,3% ma in diminuzione rispetto al 2015 quando fu dell’1,5%. Nel dettaglio, i consumi di beni sono aumentati dell'1,8%, quelli di servizi dell'1%. Il rialzo più accentuato, in volume, riguarda la spesa per trasporti (5,3%), per alberghi e ristoranti (2,9%), per abitazione (1,3%) e per ricreazione e cultura (1,2%). La diminuzione più accentuata riguarda la spesa per beni e servizi vari (-0,9%).

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