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ISTAT certifica: Pil a +0,4% sul trimestre, +1,2% nel 2017

Buoni i dati trimestrali sul prodotto interno lordo, cresciuto dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e di un punto e mezzo rispetto al 2016. Renzi: “I risultati arrivano, il tempo è davvero galantuomo”.
A cura di Redazione
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Sono molto positivi i dati diffusi poche ore fa dall’ISTAT relativamente alla stima preliminare del prodotto interno lordo. Per l’istituto di statistica, nel secondo trimestre del 2017, il Pil del nostro Paese è aumentato dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,5% nei confronti del secondo trimestre del 2016. La variazione acquisita per il 2017 è dell’1,2%, ma se il tasso di crescita resterà quello di quest’ultimo trimestre il prodotto interno lordo potrebbe salire a +1,5%.

La stima preliminare dell’ISTAT, dunque, appare in linea con le previsioni di Bankitalia, che evidenziavano l’irrobustimento della ripresa, collegandola anche alla crescita occupazione segnalata nel mese di maggio. Si tratta di dati che collocano l’Italia nella scia di una ripresa “globale”, che investe l’Eurozona, ma anche gli Usa.

Come si legge nel report, infatti:

Nello stesso periodo il PIL è aumentato in termini congiunturali dello 0,6% negli Stati Uniti, dello 0,5% in Francia e dello 0,3% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 2,1% negli Stati Uniti, dell’1,8% in Francia e dell’1,7% nel Regno Unito

Il primo commento politico ai dati diffusi dall’ISTAT è stato di Matteo Renzi, che ha utilizzato il proprio profilo Facebook per rivendicare i meriti degli ultimi governi:

Il tempo è galantuomo: basta saper aspettare.

Oggi i dati ISTAT dicono che la strategia di questi anni produce risultati. Flessibilità, non austerity. Giù le tasse a ceto medio e imprese che investono. Scommettere sulla crescita, non sul declino.

I risultati arrivano, il tempo è davvero galantuomo.

Oggi sarebbe facile domandarsi: chi aveva ragione ad alzare la voce in Europa e a combattere per la flessibilità? Sarebbe facile, ma non servirebbe a nulla.

Il passato è passato, la realtà ha smentito i gufi, la verità non si cambia con le fake news.

Ma noi oggi, proprio oggi, noi non possiamo permetterci di guardarci indietro. Non possiamo, amici. Dobbiamo guardare davvero AVANTI. La disoccupazione va portata sotto il 10%, la disoccupazione giovanile va dimezzata, la crescita deve arrivare al 2%. Per me la strada è quella illustrata nel libro nel progetto "Tornare a Maastricht" e sono sicuro che – qualunque sarà il governo della prossima legislatura – da qui non si scappa.

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