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Israele: vuole fare il servizio civile e non la leva, ragazza in carcere da 100 giorni

La 19enne Tair Kaminer è stata imprigionata in Israele a gennaio per aver rifiutato il servizio militare obbligatorio chiedendo di poter svolgere il servizio civile come obiettore di coscienza.
A cura di Antonio Palma
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Ha rifiutato di indossare un divisa miliare e di fare il servizio di leva obbligatorio chiedendo in cambio di poter svolgere il servizio civile come obiettore di coscienza, per questo una ragazza israeliana di 19 anni, Tair Kaminer, è stata imprigionata in Israele e da oltre cento giorni è rinchiusa in un carcere miliare dello stato ebraico. La ragazza, dichiaratamente pacifista, si è sempre schierata contro la guerra tra israeliani e palestinesi per questo a gennaio, quando è stata chiamata per il servizio di leva, che in Israele è obbligatorio per tutti i giovani, maschi e femmine, si è rifiutata di arruolarsi nell'esercito "per non prendere parte attiva nella occupazione dei Territori". Per questo le autorità di Tel Aviv però l'hanno condannata ad un breve periodo di detenzione che però poi è stato rinnovato ogni mese consecutivamente fino a oltrepassare i cento giorni.

A denunciare la situazione della ragazza è l'associazione Mesarvot, una gruppo composto da obiettori di coscienza israeliani, che ricorda come ogni anno nel Paese una decina di giovani israeliani preferiscono trascorrere un periodo di detenzione più o meno lungo piuttosto che arruolarsi nell'esercito. L'adolescente infatti è solo l'ultima di una lunga serie di giovani israeliani imprigionati per aver rifiutato di svolgere il servizio militare obbligatorio. La giovane Kaminer però è andata oltre offrendosi di poter svolgere un servizio civile negli stessi territori occupati per poter portare pace e non guerra. La ragazza da civile si è impegnata a lungo come volontaria in diverse zone del Paese comprese alcune are di confine  dove sono ben evidenti i traumi della guerra soprattutto tra i giovani.

"Io non ho intenzione di mollare, spero che capiscano che non voglio mollare", aveva dichiarato la 19enne consapevole dei lunghi giorni in carcere. "In pochi mesi credo che mi rilasceranno, non so quanto tempo ci vorrà, spero che non sarà troppo a lungo" aveva sottolineato prima di entrare in cella. Prima di lei altri obiettori di coscienza sono stati incarcerati per lunghissimo tempo fino a raggiungere anche i sei mesi di detenzione. Tair spera che si interrompa la spirale di violenza tra israeliani e palestinese e si augura che il suo gesto sia da esempio per altri adolescenti che si apprestano a svolgere il servizio militare.

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