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Israele, ragazza 16enne costringe una 13enne a prostituirsi per un debito di gioco

Il tutto sarebbe avvenuto per un debito di circa 70 euro. Inaudite le violenze cui sarebbe stata costretta la vittima.
A cura di G. L.
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Martedì 20 giugno la polizia del distretto di Ascalona, Israele, ha reso noto l’arresto di una ragazza 16enne sospettata di estorsione, abuso e prostituzione forzata nei confronti di una concittadina 13enne. La ragazza avrebbe agito insieme ad un gruppo di altri minori, anch'essi coinvolti nelle accuse di abuso. La polizia ha arrestato anche un 31enne di nazionalità sudanese per induzione alla prostituzione.

Torture e sofferenze per convincerla a pagare

Secondo le dichiarazioni delle autorità locali, la vittima sarebbe stata costretta a subire tuttociò  per un debito contratto giocando a poker di circa 300 shekel israeliani, pari a poco più di 75 euro, somma che la 13enne non sarebbe stata in grado di ripagare.

Per questo, nel corso dello scorso mese, la 16enne l’avrebbe minacciata di morte in caso di mancato pagamento, arrivando a spingere la testa della ragazza più giovane in una buca piena d’acqua e di sabbia. Soltanto in seguito, la ragazza più grande le avrebbe offerto di prostituirsi per ripagare i 300 shekel e l’avrebbe quindi condotta dal 31enne sudanese per avere un rapporto sessuale a pagamento.

Ma le violenze sarebbero continuate anche dopo questo episodio trasformandosi, poi, in estorsione. In più occasioni, la vittima sarebbe stata costretta a subire lo spegnimento di sigarette sulla sua pelle, sputi e calci, sempre dietro la costante minaccia che, se non avesse continuato a pagare, i suoi aguzzini avrebbero piazzato una bomba sotto l’auto della madre. Un ragazzino di appena 12 anni avrebbe affermato di averla accoltellata con una mazza affilata e di averle sbattuto la testa contro il muro.

In uno degli appuntamenti in cui la vittima avrebbe dovuto pagare i suoi carnefici, la 13enne sarebbe stata colpita con un estintore e soffocata con un panno per aver dimenticato i soldi a casa.  Se non avesse pagato nel giro di una settimana, sarebbe stata uccisa, riferisce la polizia.

L'arresto e la fine dell'incubo

Le indagini erano partite lo scorso 7 giugno, dopo che la 13enne si era presentata in un circolo giovanile che frequentava con delle bruciature che affermava di essersi procurata cucinando a casa. A far scattare il campanello d’allarme è stata anche l’anomala richiesta di denaro fatta dalla giovane ad uno dei funzionari del circolo, con cui avrebbe ammesso di essere stata ricattata. La 16enne arrestata ha inizialmente negato le accuse ma, poi, avrebbe confessato, mentre l’uomo 31enne continua a dichiararsi innocente anche se la polizia sarebbe riuscita a confutare il suo alibi.

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