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Israele ci ripensa: dopo gli scontri rimossi i metal detector dalla Spianata dalle Moschee

Via ai metal detector posizionati a Gerusalemme agli ingressi della Spianata delle Moschee. La decisione presa dal governo israeliano è stata anticipata dai media locali.
A cura di Susanna Picone
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Passo indietro di Israele. I metal detector che erano stati posizionati a Gerusalemme agli ingressi della Spianata delle Moschee vengono rimossi. La decisione presa dal governo israeliano dopo le tensioni dei giorni scorsi è stata anticipata dai media locali. A riferirlo in particolare Haaretz citando fonti ufficiali. Il passo indietro è stato ordinato dopo la riunione dell'esecutivo guidato da Benjamin Netanyahu: un vertice andato avanti per diverse ore dopo che in una precedente riunione, convocata 24 ore prima, non aveva raggiunto l'intesa. Nella serata di lunedì l'inviato delle Nazioni Unite in Medio Oriente, Nickolay Mladenov, aveva chiesto che venisse trovata una soluzione entro venerdì, giorno di preghiera islamico. La situazione veniva definita “potenzialmente catastrofica”. Il gabinetto di sicurezza israeliano – ha riferito l’ufficio del primo ministro in un comunicato – ha accettato “la raccomandazione di tutte le agenzie di sicurezza di sostituire le ispezioni mediante metal detector con un controllo di sicurezza basato su tecnologie avanzate e altri mezzi”.

Scontri in Medio Oriente dopo la decisione del governo israeliano

Gli scontri dei giorni scorsi nati proprio da questa decisione di installare i metal detector agli ingressi della Spianata delle Moschee avevano causato diverse vittime (cinque palestinesi sono rimasti uccisi tra venerdì e sabato e tre coloni israeliani sono stati accoltellati nei pressi di Ramallah). Oltre ai controlli, era stato vietato l'accesso alle persone con meno di 50 anni. Ora le restrizioni sono state rimosse, ma il governo israeliano avrebbe deciso di sostituire i metal detector con altri sistemi di sicurezza, delle telecamere molto sofisticate, e per questo sarebbe pronto a stanziare 100 milioni di shekel, quasi 24 milioni di euro. Una misura ugualmente contestata dai palestinesi: in una dichiarazione rilasciata ad al-Jazeera infatti Sheikh Najeh Bakirat, direttore della moschea al-Aqsa, la più grande di Gerusalemme, ha detto che “per i fedeli musulmani non va bene”.

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