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Palmira, nonostante l’attacco dell’Isis il tempio di Bel è ancora in piedi

Smentita la devastazione del tempio dal responsabile dei musei secondo il quale nonostante la grande quantità di esplosivo fatta detonare dai miliziani dello Stato islamico la struttura e le colonne hanno retto.
A cura di Susanna Picone
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UPDATE ORE 14.55 – “Ancora in piedi il tempio di Bel”. L'antico tempio di Bel, simbolo di Palmira, è ancora in piedi nonostante il tentativo dell'Isis di distruggerlo. Lo dice alla Bbc il capo dell'autorità che sovrintende ai beni archeologici in Siria. Mamoun Abdelkarim ha spiegato che l’Isis ha fatto detonare una grande quantità di esplosivo nei pressi del tempio ma che la struttura di base e le colonne hanno retto.

L’Isis continua a devastare gli antichi monumenti e resti archeologici in Siria. Dopo la distruzione, lo scorso 24 agosto, del tempio di Baalshamin a Palmira questa volta a essere preso di mira sarebbe stato il tempio di Bel, considerato il più importante e meglio conservato del sito archeologico. A darne notizia gli attivisti di Raqqa e l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Ondus) che ricorda che si tratta appunto del secondo santuario oggetto della violenza dei jihadisti dello Stato Ismamico nella città siriana. Secondo le prime informazioni raccolte da fonti locali, l'Isis avrebbe minato il tempio con oltre 30 tonnellate di esplosivo. Secondo un testimone, solo il muro del tempio è rimasto in piedi: “I mattoni e le colonne sono sparpagliate a terra”, “è una distruzione totale”, riferisce Nasser al Thaer, che risiede nell’area di Palmira. Anche un sordo, secondo i testimoni, avrebbe potuto sentire la violenta esplosione.

La distruzione del tempio di Bel è l'ultimo gesto dei jihadisti a Palmira – Il tempio distrutto dai jihadisti era dedicato a Bel (il “signore”), l'equivalente greco di Zeus, il Giove dei romani, e venne consacrato tra il 32 e il 38 d.C. La città di Palmira è caduta nelle mani dello Stato islamico lo scorso maggio e da allora è stata usata come palcoscenico di violenze. Dichiarata dall'Unesco patrimonio dell'umanità, “la sposa del deserto” Palmira fiorì nell'antichità come punto di sosta per le carovane di viaggiatori e mercanti che attraversavano il deserto siriano. Prima della devastazione del tempio di Baalshamin (le foto satellitari diffuse nei giorni scorsi hanno confermato la distruzione, il tempio è stato interamente raso al suolo) sempre a Palmira è stato barbaramente ucciso l’archeologo Khaled al-Asaad, torturato e decapitato dall’Isis. L'Unesco ha bollato le distruzioni come un “crimine contro l'umanità”.

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