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Isis, su Twitter la minaccia a Roma: “Libia è la porta per arrivare da voi”

Dal social network arriva la nuova minaccia al nostro Paese: “jihadisti andare a Roma, o Romia, passando per la Libia, la porta per Roma”. E nelle immagini si vede la Città Eterna in fiamme. Nel frattempo l’Isis crea un suo “emirato”: una Corte islamica prende il posto dei tribunali.
A cura di Biagio Chiariello
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Nuove minacce da parte dello Stato Islamico all’Italia. “La Libia è la porta per arrivare fino a Roma”. È con questa prospettiva di conquista che i jihadisti dell'Isis hanno lanciato su Twitter un nuovo campagna del terrore, rivolta ai foreign fighters di tutto il mondo. Poche parole accompagnate da una serie di immagini che mostrano la città eterna in fiamme, vista dal cupolone di San Pietro. Affianco una mappa della Libia dove campeggia la bandiera nera del Califfato ed un militante armato a lato. Non mancano nemmeno i richiami al passato: “Le armi degli ottomani sono state lanciate e hanno accerchiato Roma dopo avere conquistato la Libia a Sud dell'Italia. Chi vuole prendere Roma e l'Andalusia deve cominciare dalla Libia”. Un tweet da prendere comunque sempre col beneficio del dubbio, visti gli ultimi comunicati ed annunci relativi allo Stato Islamico.

‘Emirato' a Sirte con corte islamica della Sharia

Intanto i jihadisti dello Stato Islamico presenti a Sirte, in Libia, avrebbero creato una sorta di "emirato", sostituendo i tribunali civili con una Corte islamica della Sharia. Lo scrive un sito di informazione locale citando testimoni, secondo i quali l’Isis avrebbe imposto classi separate per uomini e donne in scuole e università. I commercianti sarebbero stati invece schedati in un apposito registro, con precisi obblighi e tasse.

Bombardamenti a Damasco

Si apprende intanto che è di 31 vittime, tra cui donne e bambini, il bilancio – quasi certamente destinato a salire – dei bombardamenti aerei governativi di questa mattina alla periferia di Damasco. Lo fanno sapere i Comitati di coordinamento locali di Douma e Harasta, sobborghi a nord della capitale siriana colpiti ripetutamente dai caccia delle forze di Assad.

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