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Iraq, impiccati 36 jihadisti accusati di aver ucciso 1700 persone

I 36 jihadisti erano stati condannati per il massacro compiuto dall’Isis nel 2014 a Camp Speicher, una base militare a Tikrit.
A cura di Susanna Picone
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Trentasei persone sono state giustiziate in Iraq dopo essere state condannate per il massacro compiuto dall'Isis a Camp Speicher, base militare a nord di Baghdad, nel 2014. Due anni fa l’Isis catturò circa 1700 militari nella base dopo la conquista della vicina Tikrit. Video e foto mostrarono i presunti jihadisti giustiziare centinaia di reclute con un colpo di pistola alla testa. Successivamente centinaia di cadaveri sono stati individuati in fosse comuni. Quello di Camp Speicher è considerato uno dei più gravi massacri commessi dal sedicente Stato Islamico in Iraq: nella strage potrebbero essere stati uccisi fino a 1700 soldati. In un rapporto dell’Onu in particolare si fa riferimento a “1500-1700 membri dell’esercito iracheno” sommariamente uccisi il 12 giugno del 2014 dall'Isis, presumibilmente dopo essere stati catturati.

Le esecuzioni in carcere – Le esecuzioni dei trentasei jihadisti, che erano stati condannati da una corte irachena lo scorso gennaio, sono avvenute nel carcere di al Nasariya, nella provincia di Zi Qar, nel sud dell’Iraq. Il ministro della Giustizia Haider al Zamli ha annunciato che ad assistere alle impiccagioni c’erano anche i familiari delle vittime dei militari di Camp Speicher oltre ad alcuni rappresentanti del governo.

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