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Iran, Rouhani eletto presidente per la seconda volta. Affluenza supera il 70%

Il presidente uscente dell’Iran, Hassan Rouhani, risulta confermato al primo turno. Una vittoria netta del candidato riformista, che batte il conservatore Ebrahim Raissi.
A cura di Susanna Picone
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Hassan Rouhani, leader moderato e riformista, è stato eletto per la seconda volta presidente dell'Iran. A scrutinio quasi ultimato Rouhani ha ottenuto più del 56 percento dei consensi mentre il suo avversario, il conservatore Ebrahim Raisi, si è fermato sotto al 40 percento. Risultati marginali per gli altri due candidati: il conservatore Mostafa Mirsalim ha ottenuto 297.276 preferenze (1,14 percento), mentre il riformista Mostafa Haschemi Taba, che aveva invitato i suoi sostenitori a votare Rouhani, ha avuto 139.331 voti (0,53 percento).

Affluenza ha superato il 70 percento – La vittoria di Rouhani giunge al termine di una tornata elettorale che ha registrato oltre il 70 percento di affluenza alle urne, facendo rinviare per due volte la chiusura dei seggi. “Sui 40 milioni di schede scrutinate, Rouhani ne ottiene 22,8 milioni e Raisi 15,4 milioni”, ha reso noto il viceministro degli Interni iraniano, Ali Asghar Amadi, il qualche ha precisato anche che i votanti sono stati oltre 40 milioni sui 56,4 milioni di aventi diritto, oltre il 70 percento. Alcuni dirigenti conservatori avevano riconosciuto la vittoria di Rouhani già dopo l’annuncio dei primi risultati parziali, mentre il vicepresidente Es-Hagh Jahanghiri ha parlato di “una grande vittoria della nazione iraniana”.

La politica del presidente iraniano – Rouhani, 68 anni, è il principale esponente dei cosiddetti “moderati”. Lo sfidante Raisi ha 56 anni ed è il candidato del Fronte popolare delle forze della rivoluzione islamica, un gruppo politico nato alla fine del 2016 con l’obiettivo di raccogliere le fazioni più conservatrici in vista di queste elezioni. Il presidente rieletto è ora pronto ad andare avanti con la sua politica di apertura, avviata con l'accordo sul nucleare raggiunto nel luglio del 2015 con le grandi potenze internazionali e il successivo allentamento delle sanzioni.

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