19.071 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Iran, impiccata donna di 26 anni: uccise l’uomo che tentò di stuprarla

A 18 anni uccise un ex funzionario del Ministero dell’Intelligence, confessò tutto alla polizia spiegando di aver agito per legittima difesa.
A cura di Redazione
19.071 CONDIVISIONI
Reyhaneh Jabbari
Reyhaneh Jabbari

La comunità internazionale si batteva da anni per salvare Reyhaneh Jabbari dall'impiccagione. Dopo vari rinvii, legati probabilmente anche alle pressioni di associazioni ed ong, la condanna è stata eseguita all'alba di oggi, 25 ottobre 2014, nella prigione di Gohardasht, a nord di Karaj. La notizia è stata diffusa dalla BBC e confermata dalla madre della ragazza, Shole Pakravan, che via Facebook ha riferito: "mia figlia, con la febbre, ha ballato sulla forca". Davanti alla prigione erano presenti la madre di Reyhaneh e altre cento persone che hanno proseguito con una protesta che non si è arrestata mai, nel corso dei sette anni e mezzi di prigionia. Nei primi giorni di ottobre, quando sembrava che si stesse per procedere con l'esecuzione della donna, la polizia, secondo quanto raccontato da Pakravan, aveva disperso con la violenza il corteo di protesta e annotato le targhe delle auto presenti.

All'eta di 18 anni Reyhaneh Jabbari uccise a coltellate l'uomo che aveva tentato di violentarla, Morteza Abdolali Sarbandi, un ex impiegato del ministero dell’Intelligence. Dopo aver commesso il delitto, la ragazza confessò subito l'omicidio e spiegò di aver agito per autodifesa perché l'uomo aveva tentato di abusare di lei. Tuttavia, al momento della deposizione non le fu accordato un avvocato. Nel 2009 venne condannata a morte, sentenza che venne confermato poco dopo dalla Corte Suprema. Il 15 aprile 2014 si sarebbe dovuto procedere all'esecuzione, rinviata poi all'inizio di ottobre a causa delle pressioni locali ed internazionali e ulteriormente grazie alla richiesta di perdono firmata dalla condannata. Infine, però, la pena capitale è stata eseguita.

"Nega tutto e non ti facciamo impiccare", aveva ribadito il figlio di Morteza Abdolali Sarbandi nei primi giorni di ottobre. Secondo il diritto iraniano, infatti, i parenti della vittima hanno il potere di concedere la grazia. Reyhaneh Jabbari, tuttavia, ha rifiutato ripetutamente, definendo "impensabile e inaccettabile" dichiarare il falso. Nei giorni scorsi Taher Djafarizad di Neda Day, associazione che ha seguito da vicino la lotta dei familiari di Jabbari, ha espresso un giudizio critico nei confronti del governo di Rohani, l'uomo che nel 2013, con un sospiro di sollievo da parte delle potenze occidentali, venne eletto come successore di Mahmud Ahmadinejad: "da quando è al potere le esecuzioni sono aumentate. Non è un moderato, è sempre stato dentro l’apparato del regime e ha avuto un ruolo in tutte le pagine più nere della Repubblica Islamica. L’Occidente ripone in lui una fiducia ingiustificata".

Questi i dati, secondo Amnesty International, delle esecuzioni capitali nel 2013:

  • Cina: 1,000+
  • Iran: 369+
  • Iraq: 169+
  • Arabia Saudita: 79+
  • Stati Uniti: 39
  • Somalia: 34+
  • Sudan: 21+
  • Yemen: 13+
  • Giappone: 8
  • Altri: 42+ (in 12 paesi)
19.071 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views