976 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Io, aggredita a coltellate da mio marito: vi racconto come mi sono salvata dal femminicidio

Nunzia di Giulio è una giovane madre di 27 anni. Lo scorso 24 maggio suo marito, dal quale si era separata, ha tentato di accoltellarla e strangolarla. “Stava per uccidermi, ho provato a gridare, ma la mia voce era ridotta a un soffio”. A Fanpage.it il racconto di quei momenti terribili e di come, alla fine, si è salvata.
A cura di Angela Marino
976 CONDIVISIONI
Immagine

Due figli, sette anni di convivenza nella tranquilla provincia di Vercelli e un matrimonio che si sgretola. Massimiliano, 38 anni, non si rassegna al menage della separazione e una mattina afferra sua moglie e la trascina in cantina. Oggi Nunzia è tornata a casa a dopo una settimana di degenza in ospedale, dove è stata sottoposta a un delicato intervento per le gravi lesioni riportate durante l’aggressione: le coltellate le hanno perforato la milza e il polmone.

Qual è la prima cosa che hai fatto uscita dall'ospedale?

Mia mamma e mio nonno mi hanno portato al bar a mangiare una brioche. Non vedevo l'ora.

Cosa è successo lo scorso martedì? 

Sono andata a prendere i miei bambini per accompagnarli a scuola a casa di Massimiliano, come facevo tutte le settimane. Ho citofonato a casa sua alle 7, lui è uscito dal suo appartamento e mi ha sbarrato la strada per entrare a prendere i bambini. Mi è parso subito strano che non fosse in abiti da lavoro, ma in tuta.

Ti ha aggredito?

Mi ha afferrato da dietro, avvolgendomi con le braccia e sollevandomi di peso. All'inizio ho sperato che fosse un abbraccio, ma poi mi sono resa conto di quello che stava succedendo e ho iniziato a dimenarmi. Gridavo aiuto o, almeno, pensavo di farlo. La mia voce, che è sempre molto potente quando grido, era un soffio.

Poi è apparso il coltello.

Nel frattempo mi ha trascinato in cantina, poi, sì: ha tirato fuori un coltello da cucina e, dopo avermi buttata in un angolo, ha iniziato a colpirmi sul lato sinistro del corpo, quello esposto.

Hai pensato che ti stesse ammazzando?

Ne ero sicura. I suoi occhi azzurri, gli stessi di cui mi sono innamorata, erano di ghiaccio. Io non sentivo nulla, non ricordo il dolore di una sola coltellata. Dopo che mi ha colpito cinque volte, ho afferrato il coltello e l'ho rivolto con forza contro la sua gamba. Lui allora mi ha preso e mi ha steso sul pavimento, a pancia in giù. Ha estratto un cavo elettrico dalla tracolla da lavoro – un filo giallo e verde, lo ricordo bene – e me lo ha stretto intorno al collo.

Stava quasi per strangolarti, eppure oggi sei qui. Cosa ti ha salvato?

In quei secondi ho cominciato a perdere conoscenza, sentivo che me stavo andando, ho avuto come un flash, vedevo me stessa su un sentiero. È stato allora che ho pensato che se l'avessi percorso non avrei più visto i miei figli. Dovevo tornare indietro. Non sono credente, ma in quei momenti è successo qualcosa di straordinario. Ho trovato la forza di liberarmi e mi sono messa davanti a lui, accovacciata. Continuare a vivere in fondo è una scelta.

Cosa è successo poi?

Gli ho detto: "Hai ragione tu, torniamo insieme". Lui mi ha risposto: "Davvero? E ora che facciamo? Dove vai in queste condizioni?". Gli ho detto che sarei andata a cambiarmi e lavarmi dal sangue (non avevo idea di quanto fossi grave), gli ho chiesto di occuparsi dei bambini mentre ero via. Poi gli ho accarezzato il viso. Lui ha recuperato la borsa e la scarpa che avevo perso e dopo sono andata alla mia auto. Dopo pochi minuti ero davanti alla caserma dei carabinieri.

Il resto lo hanno riportato le cronache. Tuo ex marito arrestato e tu sei finita in sala operatoria. Come ti spieghi quello che è accaduto, è stato un raptus?

Assolutamente no. Il giorno prima mi aveva chiamato dicendomi che non stava bene. Sono corsa da lui, era in lacrime sul pavimento, mi ha detto: "Mi devi aiutare, ho paura di fare qualche cavolata, voglio stare con te". Quando si è calmato sono andata via, la sera, quando gli ho portato i bambini, era un'altra persona, freddo, sicuro di sé, non mi ha neanche guardata. Ha alzato lo sguardo solo una volta, quando gli ho detto: "Ci vediamo domani allora?". "Ci vediamo domani. Vedrai". Sono convinta che avesse già pianificato tutto.

I tuoi bambini ora dovranno affrontare le conseguenze di quanto accaduto. Cosa hai detto alla maggiore, che ha solo sette anni?

Le ho detto che il papà ha fatto male alla mamma e che per questo starà via per un po'. La sua risposta mia ha spiazzato: "L'importante è che tu sia qui, mamma, io prego per te".

"E poi sai una cosa? A me piace stare dalla nonna".

976 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views