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Intervista a Luca Bigazzi: dagli esordi a “La grande bellezza” (VIDEO)

Ha firmato dietro la macchina da presa oltre ottanta tra film, documentari e cortometraggi. Luca Bigazzi è oggi considerato uno dei più importanti direttori della fotografia italiani, ha collaborato con registi come Gianni Amelio, Michele Placido fino al sodalizio con Paolo Sorrentino.
A cura di Andrea Esposito
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Siamo andati al Museo Madre di Napoli per incontrare Luca Bigazzi, uno dei più noti direttori della fotografia italiani, a margine della presentazione del catalogo “Sui set di Paolo Sorrentino – Fotografie di Gianni Fiorito”. Il volume è una raccolta di foto di scena realizzate da Fiorito sui set del regista Premio Oscar e che costituivano una mostra tenutasi fino allo scorso 30 novembre all’Abbazia del Goleto, nell’ambito del progetto di promozione turistica e culturale del territorio irpino “Irpinia: un sistema fra cultura e memoria”, diretto da Maria Savarese.

La biografia e i film

Luca Bigazzi (Milano, 1958) è uno dei più noti direttori della fotografia italiani (dop, director of photography and cinematographer nella dicitura anglosassone). Ha al suo attivo, secondo l’archivio imdb ben 89 film (tra documentari, film tv, corti…). Per chi volesse seguirlo su facebook, esiste una fanpage ufficiale (Luca Bigazzi Fan Page). Inizia la sua carriera nel campo pubblicitario alla fine degli anni ‘70 svolgendo il ruolo di segretario di edizione: “Sono stato – ci ha raccontato nel corso della videointervista – il peggiore segretario di edizione della storia, ho rovinato le pubblicità italiane degli anni Ottanta, piene di errori di continuità!”. Dopodiché a 23 anni decide insieme ad un suo compagno di liceo, Silvio Soldini, di girare un film, producendoselo da soli. Era il 1983 e il film è intitolato Paesaggio con figure: “dato che non avevo fatto nessuna scuola per diventare direttore della fotografia – prosegue Bigazzi – né tantomeno avevo lavorato come assistente per qualcuno, non avevo idea di come si disponessero le luci. Ciò che sapevo è che l’illuminazione che vedevo fare in pubblicità mi ripugnava, cercavo piuttosto un effetto più realistico, fedele… così per non sbagliare utilizzavo pochissimi mezzi. Di questa miseria col tempo ne ho fatto un metodo”. Col passare degli anni il sodalizio con Soldini continua per molti altri film, tra cui Giulia in ottobre (1984), L’aria serena dell’ovest (1990), Un’anima divisa in due (1993), Le acrobate (1997), Pane e tulipani (1999). Ma a partire dagli anni ’90 Bigazzi inizia a lavorare con molti altri registi tra cui Mario Martone per Morte di un matematico napoletano (1991) e L’amore molesto (1995); Gianni Amelio per Lamerica (1995); Ciprì e Maresco Lo zio di Brooklyn e Totò che visse due volte (1995 e 1998). A questi vanno aggiunti ancora Michele Placido, Pappi Corsicato, Daniele Segre e poi Francesca Archibugi, Fabrizio Bentivoglio, Mimmo Calopresti, Francesca Comencini… fino ad arrivare a quello che molti definiscono “il sodalizio” per eccellenza del cinema italiano contemporaneo, vale a dire, l’incontro con Paolo Sorrentino con cui ha lavorato a tutti film, eccezion fatta per l'opera prima L’uomo in più.

Dalla pellicola al digitale

Durante l’intervista Bigazzi ci ha regalato una vera e propria lezione di cinema a tutto campo. Uno degli argomenti principali di discussione è stato quello del rapporto tra pellicola, digitale ed effetti speciali. Bigazzi ci ha spiegato che dal suo punto di vista era ora che la pellicola andasse in pensione: “è un invenzione dell’Ottocento! Ed è un mezzo pesante, costoso… io sono felicemente digitalizzato”. Infatti secondo il direttore della fotografia le nuove videocamere digitali sono ormai così maneggevoli e fedeli da poter essere utilizzate senza alcuna nostalgia per le vecchie cineprese. Bigazzi si sofferma poi a spiegare anche le grandi possibilità che il digitale apre sul piano formale ma non solo: “ora certamente è più semplice realizzare film legati alla realtà mentre riscontro una certa tendenza estetizzante nelle nuove leve… per me un’immagine bella non ha nessun senso di per sé, ci vuole piuttosto un’immagine adatta”. Per quel che riguarda gli effetti speciali, Bigazzi ci ha raccontato che dal suo punto di vista cambia poco, nel senso che gli effetti non sono un feticcio, possono aggiungere o addirittura semplificare (penso alla moltiplicazione delle comparse in una scena di massa ad esempio o alla possibilità di cancellare i binari di un carrello) ma di per sé l’inquadratura è la stessa sia se ci sono gli effetti, sia se non ci sono.

I film con Paolo Sorrentino

Luca Bigazzi ha stabilito un sodalizio artistico con Paolo Sorrentino che dura dal 2004 quando insieme realizzarono Le conseguenze dell’amore secondo film del regista napoletano. Gli abbiamo chiesto se fosse affezionato ad un film in particolare ma lui ci ha risposto che considera tutti i film realizzati, non solo con Sorrentino, come figli. “Rispetto ai film fatti con Paolo – ci ha raccontato – devo però dire che in effetti sono molto legato a “Il Divo” un film che rispetto al budget con cui è stato realizzato (molto basso perché nessuno voleva fare un film su Andreotti) ha una ricchezza sia formale sia contenutistica notevole”. Per quel che riguarda il nuovo film in uscita nel 2015, La giovinezza (The youth) secondo film internazionale di Sorrentino dopo This Must Be the Place (2011), Bigazzi ci ha svelato che “la grande sorpresa sarà che non ci sono sorprese! E cioè niente balzi della macchina da presa o particolari virtuosismi tecnici, sarà molto diverso dagli altri film di Paolo e posso solo dirvi che sarà bellissimo".

Il libro, i premi e i workshop in Italia

Concludiamo questa breve ricognizione su Bigazzi segnalando il bel libro pubblicato da Art digiland.com (disponibile anche in versione ebook) a cura di Alberto Spadafora intitolato “La luce necessaria, conversazione con Luca Bigazzi” uscito nel 2012 e già alla seconda edizione aggiornata al 2014. Inoltre consentiteci di elencare velocemente i riconoscimenti che Bigazzi ha ricevuto nel corso della sua lunga carriera che sono tali e tanti da meritare almeno un po’ di spazio in una pur sintetica biografia: 7 David di Donatello, 5 Nastri d’argento, tre volte Premio Giuseppe Rotunno assegnato ogni anno dal Bif&st di Bari, 5 Ciak d’oro, 3 Globo d’oro, oltre naturalmente al Premio Oscar per La grande bellezza. Bigazzi tiene anche dei workshop in molte scuole di cinema e festival italiani, tra cui lo Ied, bottega indipendente e molti altri.

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