63 CONDIVISIONI

“Insegnare tutte le religioni a scuola”: la proposta contro intolleranza e paura

Francesca Campana Comparini, organizzatrice del Festival delle Religioni: “Sapere i fondamenti di religione è oggi più di sempre indispensabile come conoscere la lingua inglese piuttosto che la storia o la matematica. I fatti di Parigi, che sono anche i nostri, lo denunciano drammaticamente”.
A cura di Davide Falcioni
63 CONDIVISIONI
Immagine

L'antidoto agli estremismi e all'intolleranza è da sempre la cultura. Gli attentati terroristici di Parigi alla redazione di Charlie Hebdo e nel supermarket kosher hanno riaperto il dibattito sui rischi derivanti dal fondamentalismo islamico. Il pericolo, tuttavia, è che da episodi tanto gravi scaturisca – come risultante una sempre maggior chiusura, una contrapposizione e di conseguenza un "confronto tra intolleranze": da una parte quella degli estremisti di matrice islamica, dall'altra quella di chi a costoro contrappone proposte di emarginazione, paventando "guerre di civiltà" e misure xenofobe.

In tal senso un utile contributo è la proposta avanzata da Francesca Campana Comparini, organizzatrice del Festival delle Religioni, che in una lettera al Corriere ha scritto:

"La storia delle religioni, non di una, ma di tutte le religioni, è la storia del mondo. È la sua filosofia. È la sua sociologia. È la sua economia. Uno Stato multiculturale non è uno stato a-culturale. Deve far capire tutto, perchè comprendendo si conosce e conoscendo si riconosce l'altro. Che non è poi lontano da ciascuno di noi. Oggi più che mai – dice la Campana Comparini – in un mondo liquido e multiculturale, anzi talvolta inculturale, è fondamentale conoscere e riconoscersi. Un tempo in un mondo di frontiere era importante conoscere la geografia del mondo. Oggi in un mondo senza frontiere è importante conoscere la geografia dell'uomo e delle sue culture. In primis le culture religiose. Quelle che re-ligono, che quindi legano i popoli, le singole persone a credi fortemente determinanti nelle scelte sociali economiche e politiche. Quelle, in definitiva, che muovono la storia che non è finita ma è mutata".

"Uno Stato ha il dovere di fare un'azione culturale forte nei confronti dei propri cittadini. Ha il dovere di farli conoscere fra loro. Uno stato è forte non se ha il PIL alto, ma se ha un sistema scolastico eccellente. Perchè non proporre allora l'obbligo dell'ora di storia delle religioni nelle scuole? Sapere i fondamenti di religione è oggi più di sempre indispensabile come conoscere la lingua inglese piuttosto che la storia o la matematica. I fatti di Parigi, che sono anche i nostri, lo denunciano drammaticamente e la nostra scuola non insegna i fondamentali di quello che accade nel mondo. Il mondo corre e anche l'educazione deve procedere di pari passo".

63 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views