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Inquinamento da Pfas, la preoccupazione delle mamme venete: “Valori 20 volte la soglia”

“Questa prima analisi non basta, devono darci una vera profilassi e dirci come comportarci per il bene dei nostri figli”, chiedono le mamme venete, preoccupate per i risultati dello screening sui Pfas nel sangue dei figli.
A cura di Susanna Picone
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Nel sangue di molti veneti ci sono varie sostanze derivanti dall’inquinamento da Pfas. In tanti nella “zona rossa”, i 21 Comuni dove la falda è pesantemente inquinata dai composti perfluoro-alchilici, si sono già sottoposti ai test predisposti dalla Regione e alcuni risultati appaiono preoccupanti. In particolare, a manifestare la loro esasperazione, sono diverse mamme che hanno appunto ricevuto l’esito dello screening sui Pfas nel sangue dei figli. A raccogliere l’urlo di rabbia di queste mamme è oggi Il Corriere del Veneto. “Mia figlia ha 14 anni e un valore di Pfas nel sangue venti volte superiore alla norma. Cosa devo fare? C’è un’alimentazione da seguire, altri esami da fare? Abbiamo avuto l’esito delle analisi da un mese e nessuno ci dice cosa succede adesso”, è quanto ad esempio chiede Michela Piccoli spiegando che la figlia ha nel sangue 90 nanogrammi per litro di Pfoa. La soglia massima dovrebbe essere 8 nanogrammi. Giovanna Dal Lago, un’altra mamma di Lonigo, ha il pozzo che pesca a 104 metri sotto terra, direttamente nella falda, ma quell’acqua in famiglia non la bevono. La  figlia di 14 anni ha sempre bevuto acqua in bottiglia eppure ha 172 nanogrammi di Pfoa nel sangue. Elena Canola, sempre di Lonigo, ha una figlia che come l’altra ragazza ha sempre bevuto acqua in bottiglia e il cui esame ha evidenziato Pfoa a quota 91. “Questa prima analisi non basta, devono darci una vera profilassi e dirci come comportarci per il bene dei nostri figli”, è quindi la richiesta di queste famiglie.

Ma quali sono le conseguenze sulla salute degli alti livelli di Pfoa e Pfas nel sangue? Come ricostruisce il quotidiano veneto, le indagini della Regione hanno evidenziato che fino al 2013 nell’area di maggior contaminazione c’è stata per le donne incinte un aumento della frequenza di diabete gravidico e di gestosi e sono aumentati i bimbi nati più piccoli. Secondo l’Isde, società internazionale di medici per l’ambiente presieduta nel Vicentino dal medico Vincenzo Cordiano, in queste zone si rileva una maggiore incidenza di patologie legate al sistema endocrino. Intanto dall’Usl 8 si ribadisce che verranno svolti ulteriori esami nei pazienti in cui il primo screening evidenzia problemi di salute.

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