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Inps: un milione di assunzioni in più nel 2017, ma sono soprattutto contratti precari

Nei primi sette mesi del 2017 le assunzioni in Italia sono aumentate per oltre un milione di posti di lavoro. Ma l’incremento si registra soprattutto sui contratti a tempo determinato.
A cura di Stefano Rizzuti
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Aumentano i nuovi contratti di lavoro in Italia, ma ad aumentare sono soprattutto quelli a tempo determinato. I dati pubblicati dall’Inps nell’Osservatorio sul precariato fanno registrare notizie parzialmente positive per il rilancio dell’occupazione italiana. “Nei primi sette mesi del 2017, nel settore privato, si registra un saldo tra assunzioni e cessazioni pari a +1.073.000, superiore a quello del corrispondente periodo sia del 2016 che del 2015”, si legge nel rapporto.

Positivo anche il saldo rispetto a 12 mesi fa, con un valore di +571mila posti grazie alla “crescita tendenziale dei contratti a tempo indeterminato (+18mila), dei contratti di apprendistato (+52mila) e soprattutto dei contratti a tempo determinato (+501mila compresi i contratti stagionali). Quello che emerge, dunque, è che tra gennaio e luglio sono nettamente più i rapporti di lavoro iniziati rispetto a quelli interrotti nel settore privato. Un saldo positivo di oltre un milione, “superiore a quello del corrispondente periodo sia del 2016 (+825mila) che del 2015 (+930mila)”.

Secondo l’Inps questi dati “attestano il rafforzamento della fase di ripresa occupazionale” del nostro paese. L’istituto di previdenza segnala “la forte crescita delle assunzioni (nei mesi di gennaio-luglio 2017 sono risultate 4.182.000, in aumento del 18,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente), maggiore di quella delle cessazioni (3.108.000, +15% rispetto all'anno precedente)”. “Il maggior contributo – si legge ancora – è dato dalle assunzioni a tempo determinato (+25,9%) e dall'apprendistato (+25,9%) mentre sono diminuite quelle a tempo indeterminato (-4,6%: questo calo rispetto al 2016 è interamente imputabile alle assunzioni a part time)”.

La nota negativa riguarda “l’ulteriore “compressione dell’incidenza dei contratti a tempo indeterminato sul totale delle assunzioni: 24,2% nei primi sette mesi del 2017”. “Nel 2015, quando era in vigore l'esonero contributivo triennale per i contratti a tempo indeterminato, era stato – ricorda l'Inps – raggiunto il picco del 38,8%”.

Tra le assunzioni a tempo determinato, l’Inps sottolinea un “significativo incremento dei contratti di somministrazione (+20,4%) e ancora di più quello dei contratti di lavoro a chiamata che, con riferimento sempre all'arco temporale gennaio-luglio, sono passati da 112mila (2016) a 251mila (2017), con un incremento del 124,7%”.

L’Osservatorio sul precariato sottolinea anche un altro aspetto: l’istituto di previdenza osserva infatti che l’aumento del lavoro a chiamata – e in parte anche quello dei contratti a termini – potrebbe “essere messo in relazione alla necessità delle imprese di ricorrere a strumenti contrattuali sostitutivi dei voucher, cancellati dal legislatore a partire dalla metà dello scorso mese di marzo”.

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