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India esclude pena di morte per Marò, ma rischiano 10 anni. Bonino sconcertata

Il governo indiano autorizza la polizia a perseguire i due fucilieri sulla base di una legge che eviterebbe la pena di morte, ma che gli fa rischiare sino a 10 anni di detenzione.
A cura di Andrea Parrella
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Risvolti sulla vicenda dei due fucilieri Marò italiani tenuti fermi in India da oramai due anni. Il ministero degli Interni indiano ha infatti autorizzato la polizia Nia ad andare avanti a perseguire i due Marò basandosi sulla legge antiterrorismo Sua Act con accuse che escludono la pena di morte, oppure verrà chiesta l’imputazione con un’accusa diversa. In buona sostanza l'ammissione, da parte del governo indiano di evitare la rottura dei rapporti istituzionali con l'Italia, evitando così la pena di morte, ma prendendo ugualmente in considerazione una legge che potrebbe condannarli a dieci anni di detenzione. L'ipotesi più accreditabile è infatti la prima secondo cui, come dice il "Times of India",  il governo abbia ordinato di perseguire Salvatore Girone e Massimiliano Latorre in base a un passaggio del Sua Act (sezione 3 comma `A´) che comporta una pena massima di 10 anni ( l’art.3 comma a-1 dice: «chi illegalmente e intenzionalmente commette un atto di violenza (…) sarà punito con la prigione per un periodo che può giungere fino a dieci anni ed è sottoponibile a multa»).

Reazione indignata del ministero degli Esteri italiano – La risposta decisa di Emma Bonino non si è fatta attendere. Il Ministro non ha accolto positivamente le anticipazioni riguardanti l'udienza che si terrà il prossimo lunedì, affermando:

Talune anticipazioni che provengono oggi da New Delhi sull’iter giudiziario del caso dei nostri fucilieri di marina mi lasciano interdetta e indignata. L’eventuale richiesta di applicazione della Sua Act (la legge antiterrorismo indiana) anche nella parte che non obbliga a chiedere la condanna a morte ’, laddove dovesse essere confermata sarà contestata in aula dalla difesa italiana nella maniera più ferma

Ritiene "sconcertante" l’eventualità di un’imputazione per terrorismo e fa sapere che "farà valere con forza e determinazione in tutte le sedi possibili l’assoluta e inammissibile incongruenza di tale impostazione anche rispetto alle indicazioni a suo tempo fornite dalla stessa Corte Suprema indiana. Il nostro impegno di riportare a casa Massimiliano Latorre e Salvatore Girone è più forte che mai".

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