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Incendio Londra, tassista non si dà pace: “Le fiamme sono partite dal mio frigo”

Il 44enne abitava al quarto piano del grattacielo distrutto. Ha avvertito i vicini e i soccorsi ma non è riuscito a salvare tutti.
A cura di Antonio Palma
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Non si dà pace Behailu Kebede, il tassista londinese scampato all'incendio della Grenfell Tower, l'enorme rogo che si è trasformato in tragedia uccidendo decine di persone. Secondo il 44enne di origine etiope, infatti, proprio dal suo appartamento al quarto del grattacielo distrutto si sarebbero originate le fiamme che poi hanno avvolto l'intero palazzo di 24 piani,  trasformandolo in un ammasso di fuoco e distruggendolo completamente.

"Sono disperato, così tante persone hanno perso la vita, non posso sopportarlo. Conoscevo così tanti di quelli che sono morti nell’incendio" ha raccontato l'uomo rivelando che tutto sarebbe nato dal malfunzionamento e dallo scoppio del suo frigorifero. Kebede, anche a detta dei suoi vicini, avrebbe fatto di tutto per evitare la tragedia dopo le prime fiamme, allertando soccorsi e vicini di casa che si sono salvati scappando ma non è riuscito a ed avvertire tutti.

"Ha bussato alla mia porta e mi ha detto che c’era un incendio nella sua cucina. Era l'una meno dieci, me lo ricordo perché mi ha svegliato ma non ha suonato nessun allarme" ha raccontato la sua vicina , la 41enne Maryann Adam, aggiungendo: "Nella stanza c’era ancora poco fuoco.  L’ho visto perché la porta era aperta". L'uomo, dopo aver svegliato i vicini, subito ha allertato anche i soccorsi chiamando il numero di emergenza in una decina di minuti sul posto sono giunti i primi pompieri, ma ormai a quel punto le fiamme erano già molto alte.

Nei minuti successivi l'incendio è andato fuori controllo bloccando in un inferno di fuoco gli abitanti del grattacielo rimasti in casa. "Ancora non riesce a credere che un incendio così piccolo nella sua cucina possa aver causato quella tragedia", dicono ora gli amici raccontando di un uomo distrutto dal dolore che "accusa se stesso, anche se non c'era niente che potesse fare".

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