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Incendio in un capannone usato come rifugio da decine di migranti, un morto e due feriti

Le fiamme sono divampate in un ex mobilificio a Sesto Fiorentino. Un centinaio di migranti hanno dovuto trascorrere la notte al freddo in strada.
A cura di Antonio Palma
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Tragedia nella tarda serata di mercoledì a Sesto fiorentino, nella città metropolitana di Firenze: un improvviso incendio ha devastato un capannone  ex mobilificio usato come rifugio da immigranti uccidendo uno degli occupanti. La vittima è un cittadino somalo di 35 anni, Alì Muse, soccorso dai vigili del fuoco accorsi sul posto dopo l'allarme, ma deceduto dopo il trasporto in ospedale.  Quando è stato recuperato, in una delle tante stanze ricavate nel capannone, era già privo di sensi e nonostante i tentativi dei sanitari del 118, che lo hanno anche trasportato nell'ospedale fiorentino di Careggi, per lui non c'è stato nulla da fare.

I soccorsi, giunti tempestivamente sul posto, hanno estratto dalle fiamme altre due persone, anche loro  trasportate in ospedale per intossicazione da fumo  ma non sarebbero in pericolo di vita. Tutti in salvo gli altri occupanti della struttura che alla vista delle prime fiamme sono riusciti a mettersi in salvo scappando all'esterno del capannone. Lo stabile era stato occupato circa due anni fa e al momento al suo interno vi erano circa un centinaio di stranieri, per lo più somali, la maggior parte richiedenti asilo.

Tutti loro a causa delle fiamme sono stati costretti a passare la notte in strada al freddo anche se la protezione civile ha distribuito decine di coperte e ha messo in piedi una cucina da campo per dare bevande calde. Proprio per difendersi dal freddo di questi giorni probabilmente qualcuno degli occupanti ha inavvertitamente fatto divampare le fiamme in uno dei locali in cui era stata suddivisa la struttura che poi si sono estese alle aree vicine. Ai vigili del fuoco sono servite 27 unità con 9 veicoli antincendio e diverse ore per poter domare l'incendio.

Dopo il fatto, nella mattinata di giovedì, un centinaio di migranti si sono radunati sotto la Prefettura di Firenze per protestare contro le condizioni a cui sono sottoposti.  "Alì Muse è morto per colpa dello Stato", si legge sullo striscione che apre il corteo  organizzata dal Movimento di Lotta per la Casa. "In questi giorni abbiamo sofferto il freddo e nessuno ci ha dato una mano, chiediamo un posto dove stare in maniera dignitosa", spiegano. Secondo il racconto di alcuni di loro Alì era uscito dal capannone ma poi avrebbe deciso di tornare indietro per prendere i documenti necessari al ricongiungimento della moglie. "Senza quei documenti non sarebbero potuti arrivare in Italia" hanno spiegato.

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