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Incendi nella notte nella giungla di Calais: migranti lanciano sassi sui pompieri

Fiamme nella enorme bidonville nel nord della Francia, dove da due giorni è in corso l’evacuazione dei profughi. Un migrante è stato leggermente ferito e ricoverato in ospedale, hanno riferito le autorità locali.
A cura di Biagio Chiariello
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Diversi incendi sono scoppiati nella notte nella giungla di Calais, la più grande bidonville di migranti d’Europa, dove da due giorni sta andando avanti l‘evacuazione e lo smantellamento di tende e baracche del campo nel porto francese sulla Manica. Le autorità locali ha riferito del ferimento di un migrante, poi ricoverato in ospedale. Gli incendi sono "una tradizione, in particolare in alcune comunità che incendiano le loro abitazioni al momento di abbandonarle" hanno spiegato all'Afp le forze di sicurezza sul posto, che hanno allertato i vigili del fuoco. Già a marzo, durante un primo sgombero di un'area del campo, si erano verificati incendi.

Gli incendi sono scoppiati già nella prima serata di ieri, per poi "intensificarsi tra mezzanotte mezza e le tre del mattino, nella ‘zona dei negozi' all'entrata del campo" ha reso noto la prefettura. Secondo le ricostruzioni sarebbero esplose almeno due bombole di gas e i profughi presenti in quel momento sono stati costretti a fuggire dalla zona. Le fiamme sono stati poi estinte dai pompieri: al loro arrivo alcuni migranti avrebbero lanciato dei sassi e si è reso necessario l’intervento delle forze dell'ordine.

Le autorità locali da lunedì sono impegnate nello sgombero della Giungla, che ospitava tra i seimila e gli ottomila migranti, tra cui quasi 1.300 minori, a Calais nella speranza di trovare un passaggio per la Manica e raggiungere la Gran Bretagna. Al fine di evitare tafferugli e tensioni sul posto è stata disposta la presenza sul posto di circa 1250 poliziotti. I migranti saranno dislocati in Centri temporanei di accoglienza (CAO) oppure in Centri detenzione amministrativa sul territorio nazionale. Molti saranno semplicemente accompagnati alla frontiera ma dovrebbero essere “una minoranza”, assicurano le autorità.

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