In Svizzera sì al referendum per mantenere il segreto bancario
Chiamata alle urne per i cittadini svizzeri, che devono esprimersi sul mantenimento del segreto bancario nella Confederazione. Un comitato composto da partiti di centro-destra è riuscito infatti a raccogliere più di 117 mila firme (per sottoporre un testo al voto ne bastano centomila) in favore dell’iniziativa popolare “Sì alla protezione della sfera privata”. Il referendum è previsto non prima di due anni per cui la popolazione potrebbe esprimersi sull'iniziativa solo nel 2016. Secondo i promotori dell'iniziativa, l'introduzione dello scambio automatico d'informazioni all'interno del Paese danneggerebbe la fiducia tra lo Stato e i cittadini. Per il comitato è dunque tempo di “porre fine a tali tendenze avverse al cittadino, almeno all'interno del Paese”. A loro dire “ogni persona con domicilio in Svizzera deve essere protetta nella sua sfera privata finanziaria in particolare dalle autorità nazionali”. “La protezione della sfera privata è un bene centrale in una società liberale”, è quanto ha dichiarato uno dei promotori, la parlamentare federale Gabi Huber. Dal suo punto di vista questa specificità tipicamente Svizzera è messa in discussione “su pressione di altri paesi che sono indebitati, con il supporto della sinistra”.
Un’iniziativa “che non protegge evasori e frodatori fiscali”
Da parte dei promotori del referendum è arrivata anche la precisazione relativa al fatto che l'iniziativa non proteggerebbe né gli evasori, né i frodatori fiscali: “Quando sussiste il motivato sospetto dell'esistenza di un reato grave, le autorità nazionali continueranno a ottenere informazioni da terzi”. In un comunicato l'Associazione svizzera dei banchieri (ASB) ha osservato come l'iniziativa risponda a una preoccupazione legittima ma definiscono la proposta di referendum “inadeguata” per cui hanno fatto sapere che non sosterranno il testo.