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In Svizzera se non vai a votare paghi una multa. Succede nel cantone di Sciaffusa

Nel cantone di Sciaffusa il voto non è un solo un diritto, bensì un obbligo, con tanto di sanzione per chi non lo adempie. E infatti la partecipazione è costantemente tra il 15% e il 20% superiore alla media svizzera.
A cura di Biagio Chiariello
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Votare per i cittadini del nostro Paese è un diritto e un dovere. Negli ultimi tempi però la politica ha dovuto fare i conti con un fortissimo astensionismo che in realtà un po’ rappresenta la crisi profonda dell'elettorato italiano nei confronti delle istituzioni, oltre che del sistema democratico occidentale. Anche la Svizzera ha conosciuto questo fenomeno. Un caso è Zurigo, dove solo un terzo degli aventi diritto è andato alle urne all’ultima tornata. Ma ci sono anche casi opposti, come quello di Sciaffusa, un cantone in cui il tasso di partecipazione spesso supera il 60%. Forte senso del dovere che caratterizza gli abitanti del cantone a nord della Svizzera? Sicuramente non solo quello. In realtà a Sciaffusa l'assenteismo è disincentivato da una semplice regola: se non vai a votare, vieni multato.

Chi non va a votare paga una multa

"Il vantaggio del voto obbligatorio è che costituisce un modo blando per esercitare pressione sui cittadini affinché partecipino maggiormente alle questioni politiche", ha spiegato a Swissinfo, senza troppi giri di parole, il cancelliere cantonale Stefan Bilger. E così la partecipazione nel cantone di Sciaffusa è costantemente tra il 15% e il 20% superiore alla media svizzera, dove i cittadini sono chiamati alle urne in media quattro volte all'anno per esprimersi su iniziative popolari e referendum. In realtà Bilger sostiene che il maggiore afflusso alle urne non è legato al rischio di incorrere in una multa (che peraltro è un irrilevante importo di 3 franchi, che solitamente viene aggiunto alla fattura delle imposte alla fine dell'anno). D’altra parte è sempre facile essere esonerati dall'obbligo di votare: basta un permesso per una malattia o l’essere in vacanza. Secondo Bilger "la gente vede l'esercizio del diritto di voto come un privilegio e forse anche con un pizzico di orgoglio".

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