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In sei anni di crisi perso un milione di posti di lavoro

I dati della Uil: un milione di posti di lavoro, oltre la metà dei quali nel lavoro dipendente, è sparito nei sei anni di crisi tra il 2008 e il 2013. Raddoppia la disoccupazione giovanile.
A cura di Susanna Picone
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Gli ultimi dati, poco rassicuranti, sul lavoro arrivano dalla Uil. In sei anni di crisi, dal 2008 al 2013, in Italia è sparito un milione di posti di lavoro di cui più della metà riguarda l’occupazione dipendente. Se nel 2008 il tasso di disoccupazione era del 6.7%, nel 2013 è passato al 12.2%. Quasi raddoppiato quello giovanile, che passa dal 21.3% del 2008 al 40% nel 2013. Secondo il rapporto del Servizio Politiche Territoriali e del Lavoro, “No Pil? No Job”, nel 2013 oltre 4 milioni di persone hanno vissuto l'esperienza degli ammortizzatori sociali, con un aumento del 57% rispetto al 2008; 3 milioni di persone sono alla ricerca attiva di un posto di lavoro; 1,8 milioni di persone invece il lavoro non lo cercano neanche più. La Uil spiega che è aumentato anche il ricorso al part-time involontario, con circa 500 mila persone coinvolte. Dagli altri dati emerge che poco più di 2 milioni di persone hanno un lavoro a termine e oltre 1 milione di persone ha un contratto di lavoro non subordinato ma che in realtà nasconde rapporti di lavoro dipendente. A questi, continua ancora la Uil, andrebbero aggiunte altre 400 mila persone che, pur lavorando con partita Iva, svolgono di fatto lavoro subordinato.

Crisi nel 2013 ha toccato 13 milioni di persone

Dal rapporto “No Pil? No jobs” è emerso inoltre che nel 2013 una persona su 3 in età lavorativa ha conosciuto forme di sofferenza e insicurezza occupazionale. Sono quasi 13 milioni di donne e uomini (+42,6% sul 2008) che hanno un lavoro instabile, che hanno subito una riduzione di orario o che lo hanno perso. La sofferenza – ricorda il rapporto Uil – si misura tra l’altro anche con la qualità del lavoro e delle retribuzioni, e non solo dalla quantità. Si è passati dagli oltre 21,1 milioni di contribuenti del 2008 ai 20,8 milioni del 2013; il reddito medio imponibile è passato dai 19.640 euro del 2008 ai 20.282 euro del 2013, crescendo molto al di sotto dell'indice dei prezzi al consumo.

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