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In quattro anni la disoccupazione giovanile aumentata del 7,8% (VIDEO)

Secondo i dati Istat, dall’inizio della crisi economica e cioè dal 2008 al 2011 è stato costante l’aumento della disoccupazione che ha pesato però soprattutto sui giovani nella fascia di età dai 15 ai 24 anni.
A cura di Antonio Palma
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In quattro anni la disoccupazione giovanile aumentata del 7,8%

Dall'inizio della fase più dura della crisi economica la disoccupazione in Italia è aumentata costantemente pesando soprattutto sui giovani, che nel quadriennio dal 2008 al 2011 hanno fatto registrare un aumento del tasso di disoccupazione pari al 7,8%. Il dato sconfortante arriva dalle tabelle diffuse dall'Istat  nel rapporto annuale 2012 che hanno fotografato una situazione estremamente negativa del mercato del lavoro nel nostro Paese.  Il tasso di disoccupazione nella fascia tra 15 e 24 anni, infatti, nel periodo preso in esame è passato dal 21,3% al 29,1%, con un incremento quattro volte superiore rispetto al dato medio della disoccupazione che è aumentato di 1,7 punti percentuali passando in quattro anni dal 6,7% all'8,4%.

In aumento i giovani che non studiano e non lavorano – A pesare sul dato dei giovani soprattutto i neet, cioè i ragazzi che non studiano e non cercano attivamente lavoro, che sono arrivati al 22,7%, ma anche gli inattivi che nella fascia 15-64 anni, sono passati dal 37% al 37,8%, con un incremento di 0,8 punti, incremento che ha interessato quasi esclusivamente gli uomini. Di conseguenza nello stesso periodo è calato il tasso di occupazione  nella fascia 15-64 anni che è sceso di 1,8 punti percentuali, passando dal 58,7% al 56,9%.

Molto lavoro part time involontario – Dati ancora più sconfortanti se si pensa che contemporaneamente sono diminuiti i contratti di lavoro standard a favore di quelli atipici e part time, mentre è aumentata di 1,3 punti percentuali  la disoccupazione di lungo periodo cioè quella superiore ad un anno. Riguardo alla trasformazione da lavoro atipico a lavoro standard, infatti i dati parlano di una diminuzione di quasi sei punti, dal 29,2% al 23,4%. Dall'inizio della crisi fino al 2011 inoltre i dati dell'istituto di statistica nazionale parlano di un incremento sostanziale del lavoro part time, che è passato dal 14,3% degli occupati totali al 15,5%. Buona parte di esso però è cosiddetto part time involontario, che è arrivato ad essere il 53,3% del totale con un aumento di quasi venti punti percentuali in quattro anni.

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