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In Molise i parroci protestano contro il biotestamento suonando le campane a morto

Sei sacerdoti molisani hanno suonato le campane a morto per protestare contro l’approvazione della legge sul testamento biologico, passata ieri alla Camera dei Deputati con 326 voti favorevoli.
A cura di Charlotte Matteini
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In Molise i parroci di cinque città protestano per l'approvazione del biotestamento. Ieri pomeriggio, con 326 voti favorevoli la Camera dei Deputati ha dato il via libera alla legge che, qualora venisse approvata anche in Senato, istituirebbe in Italia la possibilità per ogni cittadino di redigere il proprio testamento biologico e sancire la volontà di rinunciare alle terapie, comprese nutrizione e idratazione artificiali. Essendo contrari a una probabile approvazione definitiva della legge, i sacerdoti di Carovilli (Isernia), Castropignano (Campobasso), Duronia (Campobasso), Pietrabbondante (Isernia) e Salcito (Campobasso) hanno quindi deciso di protestare suonando le campane a morto e di affiggere un necrologio per contestare il provvedimento: "Le campane suonano a morto perché la Vita è vittima della morte dall'aborto all'eutanasia delle Dat. Con queste l'Italia ha scelto di far morire, non di far vivere. Prosit". A renderlo noto è il parroco di Carovilli, Don Mario Fangio."Con ciò hanno voluto richiamare l'attenzione delle loro comunità sul funesto evento legislativo, che creerà una grande mole di problemi e minerà alla base la certezza della indisponibilità della vita umana. Invitano anche tutti a una seria riflessione, a emendare sostanzialmente al Senato la norma, e bocciarla addirittura come inutile, potendo fare riferimento già alle normative sull'accanimento terapeutico e cure palliative", si legge nella nota diramata dai sacerdoti.

Don Mario Fangio non è nuovo a questo tipo di proteste: nel maggio del 2016 fece suonare le campane a morto per contestare l'approvazione della legge sulle unioni civili. "Oggi è morta un'istituzione secolare. Con la legge delle unioni civili la gente è disorientata perché pensa, essendo essa una legge, che sia una cosa buona", si leggeva nel necrologio affisso davanti alla parrocchia.

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