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In Italia un lavoratore su tre trova un impiego grazie ad amici e conoscenze

Da una ricerca condotta da Isfol emerge che circa il 60% dei lavoratori italiani ritengono più vantaggioso avvalersi di amici e conoscenti per trovare un’occupazione, ottenendo risconti positivi nel 33% dei casi. “
A cura di Charlotte Matteini
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Un occupato su tre avrebbe trovato lavoro grazie alle proprie conoscenze. Centri per l'impiego e agenzie di collocamento private sembrano non sortire gli effetti sperati quando si tratta di incrociare domanda e offerta di lavoro. Sono i dati che emergono dalla ricerca Isfol-Plus 2014, che traccia una descrizione poco lusinghiera in relazione al funzionamento di Cpi e agenzie interinali, che sembrano non essere poi così utili ai jobseeker, i quali preferiscono ancora rivolgersi passando per la "raccomandazione" di parenti e conoscenti. Stando ai dati Isfol emerge che tra gli intervistati solo il 3,4% ha dichiarato di aver trovato lavoro mediante centro per l'impiego, mentre il 5,6% è riuscito a trovare un'occupazione sfruttando gli strumenti messi a disposizione dalle agenzie interinali.

Sempre stando ai dati, oltre il 60% degli intervistati ha dichiarato di aver coinvolto amici, conoscenti e parenti nella ricerca di un posto di lavoro o di aver usufruito di canali più informali per presentare la propria candidatura, senza passare dalle strutture pubbliche e private convenzionate e il 33% circa ha dichiarato di aver trovato occupazione sfruttando questo tipo di contatti informali. Tra i canali non convenzionali, è l'autocandidatura a farla da padrone, con il 58% degli intervistati che ammette di proporre il proprio curriculum spontaneamente, non rispondendo ad alcun annuncio di lavoro. Circa il 20% di essi, si evince dal rapporto Isfol, ha effettivamente tratto vantaggio da questo tipo di presentazione, che è sfociata in un'assunzione diretta.

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"L’Italia continua ad essere un paese dove per trovare lavoro conta moltissimo la rete di conoscenze che un individuo può mettere in campo. I dati che presentiamo dimostrano come le chance occupazionali e di carriera delle persone siano fortemente condizionate dalla famiglia di origine, dall'appartenenza a determinati ambienti. Questo va a scapito del merito e riduce le opportunità di ascesa delle fasce più deboli del mercato del lavoro, che solo in misura molto ridotta ottengono aiuto dai servizi per l’impiego, pubblici o privati che siano", sottolinea il commissario straordinario dell’Isfol, Stefano Sacchi.

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