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In Italia un giovane su 4 non studia e non lavora: il Belpaese fanalino di coda in Europa

Da un’indagine condotta da AdnKronos e basata sui dati Istat del 2015 emerge che oltre un giovane italiano su quattro, il 25,7% della popolazione compresa tra i 15 e i 29 anni, non studia e non lavora.
A cura di Charlotte Matteini
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La situazione lavorativa dei giovani italiani appare sempre più gravosa. Da un'indagine condotta da AdnKronos e basata sui dati Istat del dossier ‘Noi Italia, 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo' dell'anno 2015, emerge che in Italia ben un giovane su 4 non studia e non lavora, andando a ingrossare le fila dei cosiddetti "neet", "not (engaged) in education, employment or training", e piazzandosi al primo posto dell'infausta classifica europea. Dall'indagine infatti emerge che il 25,7% dei giovani italiani non studia e non lavoro, 10,9 punti percentuali in più rispetto alla media Ue. Al secondo posto si posiziona la Grecia con il 24,1%, seguita dalla Bulgaria con il 22,2%. Al lato opposto della graduatoria ci sono invece i Paesi Bassi dove solo il 6,7% delle persone tra 15 e 29 anni viene considerato "neet". Inoltre, in Italia la quota di ragazze che non studia e non lavoro è del 27,1% contro una media europea del 16,7%, con una differenza di 10,4 punti percentuali, mentre i ragazzi sono il 24,1% contro una media europea del 13%, con una differenza di 11,1 punti percentuali.

Esaminando in maniera più approfondita i dati Istat emerge una fortissima differenziazione su base regionale: in Sicilia il numero di neet sale al 39,5%, al secondo posto la Campania con il 36,2% e al terzo la Calabria con il 35,8%. Sono del sud anche le successive quattro regioni in classifica: Puglia (34,1%), Sardegna (32%), Basilicata (31,8%) e Molise (29,2). Bisogna infatti scendere fino all'ottava posizione per trovare la prima regione che non fa parte del mezzogiorno: è il Lazio con il 23,3% di neet. La percentuale minore di neet è nel Trentino-Alto Adige con il 13,1%.

Tornando ai dati Ue, sopra la media si posizionano 10 paesi che sono, dopo Italia, Grecia e Bulgaria: Romania (20,9%), Croazia (20,1%), Spagna (19,4%), Cipro (18,5%), Slovacchia (17,2%), Irlanda (16,8%), Ungheria (15,1%). Gli altri 18 paesi europei presi in considerazione si posizionano, invece, sotto la media Ue e sono: Francia (14,7%), Polonia (14,6%), Belgio (14,4%), Lettonia (13,8%), Portogallo (13,2%), Regno Unito (12,7%), Estonia (12,5%), Finlandia (12,4%), Slovenia (12,3%), Lituania (11,8%), Repubblica Ceca (11,8%), Malta (11,4%), Austria (8,7%), Germania (8,5%), Danimarca (87,7%), Lussemburgo (7,6%), Svezia (7,4%), Paesi Bassi (6,7%).

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