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In Italia quasi un milione di casalinghe vive in condizione di povertà assoluta

Un’indagine dell’Istat ha analizzato la condizione delle casalinghe italiane. Oltre 7 milioni e 338 mila di donne si dichiarano casalinghe e il 9,3% vive in condizioni di povertà assoluta. “Il 74,5% delle casalinghe possiede al massimo la licenza di scuola media inferiore. Poco più della metà delle casalinghe non ha mai svolto attività lavorativa retribuita nel corso della vita. Il motivo principale per cui le casalinghe di 15-34 anni non cercano un lavoro retribuito è familiare nel 73% dei casi, mentre 600 mila casalinghe sono scoraggiate e pensano di non poter trovare un lavoro”.
A cura di Charlotte Matteini
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In Italia esiste un vero e proprio esercito di casalinghe, il 9,3% delle quali vive al di sotto della soglia di povertà. Secondo una recente analisi dell'Istituto nazionale di Statistica, in Italia, nel 2016, si contavano 7 milioni e 338 mila donne casalinghe, 518 mila in meno rispetto a 10 anni fa, nel 2006. La loro età media è di circa 60 anni, ma le ultra 65enni superano ormai i 3 milioni e rappresentano il 40,9% del totale, quelle più giovani (fino a 34 anni) sono invece l'8,5%. Stando all'analisi Istat, la maggior parte delle casalinghe vive al Centro-Sud (63,8%). In totale, l'esercito delle casalinghe italiane lavora circa 49 ore a settimana, in media 2.539 ore l'anno. L'Istat calcola che le donne effettuano complessivamente 50 miliardi e 694 milioni delle ore di produzione familiare l'anno (il 71% del totale) e che le casalinghe, con 20 miliardi e 349 milioni di ore, sono i soggetti che contribuiscono maggiormente a questa forma di produzione.

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"Il 74,5% delle casalinghe possiede al massimo la licenza di scuola media inferiore. Nel 2012 solo l’8,8% ha frequentato corsi di formazione, quota che sale di poco tra le giovani di 18-34 anni (12,9%). Il 42,1% delle casalinghe vive in una coppia con figli, un quarto in coppia senza figli e il 19,8% da sola. 560 mila casalinghe sono di cittadinanza straniera. Poco più della metà delle casalinghe non ha mai svolto attività lavorativa retribuita nel corso della vita. Il motivo principale per cui le casalinghe di 15-34 anni non cercano un lavoro retribuito è familiare nel 73% dei casi. 600 mila casalinghe sono scoraggiate e pensano di non poter trovare un lavoro", prosegue il rapporto Istat "Le casalinghe in Italia".

Per quanto riguarda l'aspetto economico e reddituale, le casalinghe non godono di una buona situazione finanziaria: "La situazione economica delle casalinghe è peggiore di quella delle occupate perché le casalinghe vivono maggiormente in famiglie monoreddito e quindi sono più esposte al rischio di povertà, soprattutto nel Sud. Quasi la metà delle casalinghe (47,4%) afferma che le risorse economiche della famiglia sono scarse o insufficienti, tra le occupate la quota scende al 30,8%, pur essendo rilevante. Nel 2015 sono più di 700mila le casalinghe in povertà assoluta, cioè quelle che non possiedono un reddito sufficiente a garantirsi l’acquisto di un paniere di beni e servizi essenziali per una vita dignitosa, il 9,3% del totale, incidenza più che doppia rispetto alle occupate".

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Come anticipato, la condizione varia anche a seconda della zona di residenza ed è al Sud che si concentrano i livelli più elevati di povertà assoluta. "L'incidenza è più alta nel Mezzogiorno, ma anche il Nord del Paese presenta un valore elevato. Le casalinghe con i livelli più alti di povertà assoluta sono le più giovani. Le anziane presentano i valori più bassi (4,8%). Solo il 37,7% delle casalinghe possiede il bancomat e/o la carta di credito. La situazione migliora per le casalinghe laureate (75%), per quelle che risiedono al Nord (52,3%) e per le fascia di età da 45 a 54 anni (46,5%). Focalizzando l’attenzione sulle casalinghe che vivono in coppia emerge che soltanto il 38,9% possiede il bancomat e/o la carta di credito. Quasi un terzo non ne dispone pur possedendolo il partner. Il 27,5% ne è sprovvisto come il partner. La situazione migliora per le casalinghe con partner dirigente, imprenditore o libero professionista, queste dispongono di un proprio bancomat e/o la carta di credito nel 71% del totale e anche nel caso in cui il partner è quadro o impiegato la percentuale tocca il 55,9%".

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