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In Italia è boom di giovani pastori, in 5 anni +200mila pecore

In Italia torna di moda la pastorizia e i protagonisti sono giovani, dai figli di pastori a quelli che scelgono questa vita per passione. In questo momento, racconta Coldiretti, abbiamo un patrimonio di pecore di 7 milioni e 200 mila capi.
A cura di Susanna Picone
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Dopo essere state a lungo dimenticate in Italia le pecore stanno vivendo un grande momento di riscossa con uno storico aumento delle greggi e l’arrivo di giovani pastori. Secondo quanto emerge da un dossier elaborato dalla Coldiretti nel 2016 l’Italia può contare su un patrimonio 7,2 milioni di capi. Cioè quasi 200.000 in più rispetto a cinque anni fa. Nel Paese, sottolinea la Coldiretti, si è scelta una strada completamente diversa con l’innovazione nel rispetto della tradizione. Si stima che siano circa 2000 i giovani che hanno scelto di vivere mettendosi alla guida di un gregge. In parte si parla di giovani che intendono dare continuità all’attività dei genitori, ma ci sono anche ingressi ex novo spinti dalla voglia di trovare una occupazione alternativa e a contatto con la natura. Giovani che hanno contribuito a salvare dall’estinzione 38 razze e che ogni anno producono 60 milioni di chili di formaggio, dei quali la metà dop.

Chi sono i giovani che scelgono di diventare pastori – Ma chi sono questi giovani che hanno deciso di dedicare la loro vita a un lavoro a contatto con la natura e che fino a poco tempo fa sembrava dimenticato? Ci sono appunto quelli che hanno deciso di continuare il lavoro dei genitori, quelli che hanno iniziato da zero, per pura passione, e anche quelli che hanno scelto la terra dopo anni di università o altre esperienze lavorative. Al Corriere della Sera qualcuno di loro racconta la sua esperienza. C’è ad esempio Carolina, 23 anni, che ha scelto le pecore per passione. “Adesso — racconta — ho un gregge di pecore massesi, testa nera, bellissime. È un’azienda tutta mia a Seravezza, in Versilia”. “Avevo un agriturismo – ha spiegato la giovane, che ha vinto un bando della Regione Toscana – poi mi sono appassionata a questa razza di pecora autoctona e mi ci sono dedicata”. Daniela, 36enne ex fotomodella, ha iniziato col fidanzato Davide: “Adoriamo stare in libertà il più possibile, amiamo la natura, vedere gli animali liberi”. Alessandro, che ha un’azienda a Sa Mura Bianca, Sassari, si considera un “pastore innovativo” perché il suo pecorino è “un formaggio a latte crudo, coagulato con caglio proveniente da un ceppo speciale di fungo, quindi non di origine animale. Sviluppa aromi e profumi particolari, fruttati, ma soprattutto ne consente il consumo da parte di coloro che soffrono di intolleranze alimentari al caglio animale”. E ancora Giovanni, 26enne cresciuto in una famiglia di pastori e che ha deciso di tornare a casa dopo gli studi e una esperienza in Inghilterra.

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