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In Italia arrivano gli stranieri meno qualificati, i più istruiti vanno altrove

Secondo gli ultimi dati Istat il 47% degli stranieri residenti in Italia non arriva alla terza media, a differenza di Francia e Germania, dove i non diplomati sono solo un terzo.
A cura di Annalisa Cangemi
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Gli immigrati che si fermano in Italia sono i meno qualificati. È quanto emerge da un'inchiesta del Corriere, che spiega come gli immigrati più istruiti siano diretti in altri Paesi. I numeri parlano chiaro: il 47% degli stranieri residenti in Italia arriva appena alla licenza media (dati Istat), mentre in Francia e Germania sono un terzo. E questo dato spicca perché in un generale aumento del livello della scolarizzazione in Italia ci si aspetterebbe un innalzamento anche per gli stranieri: in un Paese il livello di qualifica degli immigrati è in genere simile a quello dei cittadini residenti. E invece da noi si registra un calo negli standard di istruzione degli stranieri.

Il trend è in diminuzione anche a causa degli sbarchi: il numero dei migranti richiedenti asilo è cresciuto negli ultimi anni, e si tratta di persone scarsamente istruite. Se nell'Italia del 2017 vivessero stranieri con qualifiche pari a quelle registrate da noi anche solo nel 2009, oggi avremmo 120 mila persone in più con un diploma delle superiori. E in un'equazione tra poco istruiti e poco produttivi, il quotidiano spiega anche che negli altri Paesi si cerca di attirare una manodopera più preparata.

Secondo i dati Eurostat infatti la quota di stranieri che hanno al massimo la licenza media si è impennata del 3% negli ultimi tre anni in Italia, unico caso in Europa. Negli ultimi anni il numero di persone senza istruzione nate all’estero è sceso del 5% nell’Ue, mentre quello di diplomati e laureati è salito.

Il nostro Paese rimane comunque uno dei più bassi come percentuale di laureati: solo il 25% di chi ha fra 25 e 34 anni. Per questo motivo occorrerebbe l'apporto di una manodopera più istruita, per rendere la nostra economia più competitiva a livello globale, e compensare così la fuga di cervelli, visto che un quarto dei ragazzi che lasciano l'Italia per emigrare all'estero (centomila persone) sono laureati.

Ma i flussi migratori in Italia tenderebbero comunque verso una stabilizzazione. Se si escludono infatti i cinquantamila sbarcati a cui è stato negato il permesso di soggiorno, se nel 2004 gli immigrati erano 2 milioni, quattro milioni nel 2012, nel 2015 sono arrivati a 5 milioni. Ma da allora il loro numero è cresciuto di appena trentamila.

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