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In Italia 3 milioni di disabili gravi, ma 70% delle famiglie non ha assistenza domiciliare

Il 3 dicembre di ogni anno è la Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità. In Italia vivono 3,1 milioni di persone disabili gravi, più di un milione e 150 mila non prendono indennità di accompagnamento. Il 70% delle famiglie non riceve assistenza, in un paese in cui la spesa media dei comuni per la disabilità è 8 euro al giorno.
A cura di Claudia Torrisi
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Qualche mese fa Iacopo Melio, studente disabile di 22 anni di Lazzaretto, in provincia di Livorno, ha lanciato sul web una campagna di sensibilizzazione dell'opinione pubblica circa le sue difficoltà di movimento a causa delle barriere architettoniche. Quello che chiedeva Iacopo era semplicissimo, e lo aveva riassunto in un hashtag: vorrei prendere il treno. Secondo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, "troppe barriere sono ancora di ostacolo alla piena fruizione dei diritti di cittadinanza da parte di chi è portatore di una disabilità, sia essa fisica, mentale o relazionale. È compito della società nel suo insieme, delle istituzioni, dei corpi intermedi, delle famiglie, dei singoli, abbattere questi muri e far crollare le barriere, fisiche e culturali, che impediscono una piena partecipazione alla vita della società".

Il 3 dicembre di ogni anno è la Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità, una ricorrenza – quest'anno dedicata all'inclusione – istituita nel 1992 dall'Assemblea generale dell'Onu, dando attuazione al Programma di azione mondiale per persone disabili del 1982. L'Italia nel 2009 ha ratificato e reso esecutivi la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e il relativo Protocollo opzionale, adottata dall’Assemblea generale Onu il 13 dicembre 2006 con lo scopo di promuovere e tutelare i diritti umani e le libertà fondamentali delle persone con disabilità, assicurandone il pieno ed equo godimento.

Nel nostro paese, oggi, per la Fish – Federazione italiana per il superamento dell'handicap, "a condizioni idonee le persone con disabilità studiano, lavorano, praticano sport, vanno in vacanza. A condizioni idonee le persone con disabilità frequentano cinema, teatri, musei, ristoranti. A condizioni idonee hanno amici, formano famiglie. Ma sono proprio quelle "condizioni idonee" che troppo spesso mancano o sono compresse dalla carenza o assenza di investimenti e risorse".

In Italia vivono 3,1 milioni di persone con gravi disabilità. Per l'Istat, di queste solo circa 2 milioni fruiscono di indennità di accompagnamento. Ciò vuol dire che ci sono più di un milione e 150 mila disabili gravi che non la prendono. Ci sono 257 mila persone con handicap o non autosufficienti a forte rischio segregazione, tra minori e adulti con disturbi anche mentali o patologie psichiatriche e anziani. Il 95% di questi vive in istituto o in Rsa (Residenze sanitarie assistenziali), solo il 5% in comunità. Ma molti altri, in assenza di sostegni economici, sono segregati in casa, con le loro famiglie.

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Secondo l'Eurostat, la spesa italiana per la disabilità è di circa 430 euro pro capite, contro i 538 della media europea. I comuni italiani spendono all'anno meno di 3 mila euro, circa 8 euro al giorno, con profonde differenze nelle varie regioni: se in Piemonte l'importo di 3875, la cifra scende vertiginosamente a 469 euro in Calabria. Con questi soldi i disabili dovrebbero ricevere aiuto e servizi, ma secondo l'Istat il 70% delle famiglie non usufruisce di nessun tipo di assistenza domiciliare, compresa quella privata. Nel 2013 meno del 20% ha goduto di servizi pubblici a domicilio. Nello specifico, meno di 7 disabili su 10 possono contare su assistenza socio assistenziale a casa, meno di due su cento su assistenza integrata con servizi sanitari, 4 su cento sono destinatari di voucher, assegno di cura, buono socio-sanitario. Questo significa che le lacune del pubblico vengono sopperite direttamente dalle famiglie, spesso costrette a rinunicare anche al lavoro.

Il focus della giornata di quest'anno è l'inclusione. Nel suo discorso di stamattina il presidente Mattarella ha indicato il lavoro come uno dei cardini per realizzare un progetto reale di inclusione delle persone disabili. Se questo è vero siamo ancora in alto mare: tra le persone con gravi disabilità tra i 15 e i 64 anni solo il 19,7% lavora, meno di una persona su cinque. C'è quindi un 80,3% che non ha un'occupazione. Di questi, il 10,5% cerca un impiego, mentre il 46% ha spesso di lavorare. Non è un caso, come sottolinea la Fish, "che la disabilità sia uno dei primi determinanti dell’impoverimento e della povertà. La condizione di disabilità sospinge verso la marginalità, erode giorno dopo giorno risorse alle famiglie e ai singoli".

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In un messaggio al governo scritto con il suo puntatore oculare, Salvatore Usala, malato di Sla e segretario del comitato 16 novembre, ha annunciato di non voler celebrare la Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità. "Noi vogliamo celebrare 365 giorni l'anno di diritti garantiti alle persone con disabilità. Per questo chiediamo al governo di mantenere la promessa fatta al mondo della disabilità di definire un Piano nazionale per le non autosufficienze entro l'anno 2015", ha spiegato Usala, che ha denunciato che "ogni anno il governo celebra questo giorno ricordando l'importanza di garantire i diritti delle persone con disabilità, vantandosi delle poche cose fatte e promettendo grandi cose per il futuro".  La Giornata internazionale dovrebbe servire "a riflettere sulle condizioni di vita delle persone e ad avanzare proposte serie di cambiamento per tornare ad essere un paese civile. Vogliamo che i diritti delle persone non autosufficienti siano esigibili su tutto il territorio nazionale, senza più disuguaglianze territoriali. Quando questa promessa sarà mantenuta, allora saremo i primi a celebrare la giornata insieme al governo e a tutte le persone con disabilità".

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