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In Italia 1 bambino su 7 nasce e cresce in povertà

Alcuni dei dati del Rapporto di monitoraggio sull’attuazione della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza nel nostro Paese: 1 bambino su 20 assiste a violenza domestica, 1 su 100 viene maltrattato, 1 su 20 vive in aree inquinate.
A cura di Susanna Picone
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Nel nostro Paese un bambino su 7 nasce povero. Uno su 20 assiste a violenza domestica, uno su 100 è vittima di maltrattamenti e uno su 20 vive in aree inquinate e a rischio di mortalità. E, ancora, uno su 50 soffre di una condizione che comporterà una disabilità significativa all’età di ingresso della scuola primaria, mentre uno su 500 vive in strutture di accoglienza. Più di 8 su 10 non possono usufruire di servizi socio-educativi nei primi tre anni di vita e 1 su 10 nell'età compresa tra i 3 e i 5 anni. Sono questi alcuni dei dati che emergono dal Rapporto di monitoraggio sull'attuazione della Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza nel nostro Paese alla cui redazione hanno contribuito 124 operatori delle 90 associazioni del Gruppo CRC. Dai dati viene fuori che nel 2013 in Italia sono andati al nido solo 218.412 bambini, pari al 13,5% della popolazione sotto i tre anni. Al Mezzogiorno la situazione è ancora più grave considerato che tutte le regioni del Sud si collocano sotto la media nazionale. Si evidenzia che venti anni dopo il primo Rapporto sullo stato di attuazione della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza “il sistema organico di politiche per l'infanzia” su cui il nostro Paese si era impegnato con la ratifica della Convenzione non è stato realizzato.

La richiesta al ministro di impegnarsi nelle politiche per l'infanzia – “Ci sono bambini che fin dalla nascita soffrono di carenze che ne compromettono lo sviluppo fisico, mentale scolastico, relazionale – ha spiegato Arianna Saulini, di Save the Children e coordinatrice del Gruppo CRC. Tra questi eventi, indicati come fattori di rischio, figurano condizioni sfavorevoli durante la gravidanza, cure genitoriali inadeguate, violenza domestica ed esclusione sociale”. La richiesta di Saulini al governo è di impegnarsi nelle politiche per l'infanzia perché “la crisi si affronta partendo da questo”. A proposito di risorse dedicate all'infanzia e l'adolescenza, il Rapporto denuncia che a distanza di anni non esiste ancora un monitoraggio a livello istituzionale, manca una strategia nazionale e una visione di lungo periodo nell'allocazione delle risorse: “Le carenze, tuttavia, non sono solo di tipo economico, ma anche di raccolta e coordinamento delle informazioni”. Se si considera il problema dei minori privi di un ambiente familiare, gli stessi dati forniti dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali presentano – fa sapere il Gruppo Crc – lacune e incongruenze. A ciò si aggiunge che molte Regioni non forniscono i dati richiesti.

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