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In coma dopo il parto: l’anestesista “non voleva essere disturbata”

Emergono inquietanti particolari sul caso di Catia Viscomi (nella foto), in coma, in stato vegetativo, da quasi 2 anni. E la colpa, secondo quanto afferma il Tribunale di Catanzaro, sarebbe dell’anestesista Loredana Mazzei, che faceva abbassare il volume degli strumenti nella sala operatoria all’ospedale “perché la infastidivano”.
A cura di B. C.
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Il 7 maggio del 2014, Catia Viscomi, oncologa soveratese entrava in coma il 7 maggio 2014 dopo un parto cesareo, durante il quale aveva sofferto di un deficit d’ossigeno che le ha provocato danni neurologici gravissimi. Da allora non si è mai più risvegliata. La colpa, secondo il Tribunale di Catanzaro, sarebbe dell’anestesista Loredana Mazzei. Lei avrebbe fatto abbassare il volume dello strumento che doveva misurare la saturazione dell’ossigeno nel sangue era stato posto in modalità manuale invece che meccanica. La donna, infatti, secondo quanto riporta oggi il Corriere della Sera, era infastidita dal rumore di queste attrezzature nella sala operatoria all’ospedale Pugliese di Catanzaro e quindi ne faceva abbassare il rumore.

Sul caso era stata inaugurato un fascicolo di inchiesta, poi archiviato, e nel frattempo l’anestesista è morta, ma il marito di Caterina, Paolo Lagonia, attraverso il suo avvocato Giuseppe Incardona di Palermo, ha chiesto che le indagini proseguano e a lui ha dato ragione il gip di Catanzaro che ha rinviato gli atti alla procura. Da qui sono emersi i nuovi particolari che coinvolgono l’anestesista.

Il Corsera parla di “misticismo esasperato” che alla fine 2012 aveva fatto chiedere al primario dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma, Fabrizio Gennari, che la “dottoressa Mazzei non venga più assegnata la conduzione di nessuna delle sedute operatorie afferenti al Centro di chirurgie pediatriche”. Ne seguì un procedimento disciplinare poi archiviato, ma con obbligo che “in sala operatoria doveva andarci con un ‘tutor’, come ‘supporto psicologico’”. Una collega della anestesista, la descrive così: “La Mazzei è emotivamente instabile. Un giorno eravamo entrambe di turno in chirurgia pediatrica e lei, dopo aver preso in braccio un bambino per portarlo in sala operatoria, si inginocchiò davanti ai genitori dicendo: ‘Siamo tutti nelle braccia degli angeli'”, parlava la rianimatrice Annamaria Grandi, il 30 giugno 2014. Anche Antonio Raffaele Billa, medico di ostetricia e ginecologia, parla della Mazzei in riferimento al suo presunto spiritualismo: “La dottoressa mentre si trovava in servizio nel reparto di chirurgia pediatrica, prima di un intervento, ha poggiato una immaginetta della Madonna sul petto di un bambino e ha invitato la madre a pregare prima dell’intervento, dicendo che se fosse andato male, la Madonna avrebbe portato il figlio in cielo così diventava un angelo”.

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