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In carcere con il cane: così genitori detenuti e figli si incontrano dietro le sbarre

Gli amici a quattro zampe possono aiutare i figli dei detenuti e i loro genitori a incontrarsi nelle visite in carcere.
A cura di D. F.
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Si chiama Oscar, è un bellissimo cane di razza Terranova e da anni è uno dei più affidabili compagni dei figli dei detenuti del carcere di Sollicciano, a Firenze, che accompagna almeno una volta al mese agli incontri con i loro genitori. Oscar aiuta quei bambini a superare le snervanti attese, i tempi morti e la paura delle guardie penitenziarie che ai loro occhi non sempre sono figure rassicuranti. Ebbene, grazie a un accordo stretto al Rotary Club di Fiesole fra i due provveditorati regionali dell'amministrazione penitenziaria di Toscana-Umbria e Puglia-Basilicata insieme all'Ente nazionale della cinofilia italiana l'esperienza di Oscar potrebbe essere esportata in altre carceri italiane. Per questo prossimamente verrà istituito un “Master per unità cinofile in ambito penitenziario”, finalizzato a formare gli operatori che svolgeranno la loro attività, con l'ausilio degli amici a quattro zampe, all'interno delle strutture di reclusione.

Ha dichiarato Monica Sarno, responsabile del progetto: "Una fase di formazione è fondamentale, perché sia i cani che i loro educatori devono conoscere le dinamiche degli istituti, le complessità delle strutture. Saper entrare in carcere è sempre il passo più difficile. Ma con l'esperienza di Oscar abbiamo capito che ne vale la pena. Certo, un cane non può risolvere tutti i problemi legati a un momento così difficile. Ma abbiamo constatato che i bambini, con lui al fianco, sono più sereni e rilassati, e riescono ad affrontare meglio l'incontro con i genitori".

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