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Imu, tra rivalutazioni catastali e nuovi obblighi la tassa che ci complica la vita

A due mesi dallo scadere della prima rata dell’Imu, ancora tanti i dubbi sull’ammontare totale da pagare e le procedure burocratiche da rispettare che finiranno per confondere ancora di più i contribuenti.
A cura di Antonio Palma
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Imu, tra rivalutazioni catastali e nuovi obblighi la tassa che ci complica la vita

Da poco introdotta, la nuova imposta sugli immobili Imu che tutti i cittadini italiani dovranno pagare, si sta rivelando tra le tasse più invise ai contribuenti. Non parliamo della solita avversione dei nostri connazionali verso l'erario, ma proprio delle nuove modalità di pagamento e delle incombenze burocratiche a carico degli italiani introdotte con la nuova tassa che vanno a complicare ulteriormente il quadro. Buona parte delle colpe di questa crescente confusione sul tema sono i tantissimi ripensamenti che il Governo ha operato in questi mesi e le continue richieste di correzione del testo originario avanzate dai vari partiti in Parlamento.

L'Imu si pagherà in due o tre rate – Ultimo aggiornamento in ordine di tempo introdotto in commissione alla Camera è la possibilità da parte del contribuente di scegliere se pagare l'Imu in due rate o addirittura in tre. Con la prima opzione oltre alla prima tranche da versare entro il 18 giugno rimane poi il conguaglio di dicembre, mentre con la rata  intermedia si verserà una quota anche a settembre. A complicare le cose il fatto che queste regole valgono solo per la prima abitazione mentre restano due rate per le altre case e gli immobili non residenziali.

I continui ripensamenti in Parlamento – Lo spacchettamento è stato un po' forzato dai dubbi e dalle incomprensioni con i comuni che, entro la data prefissata difficilmente sarebbero riusciti a stabilire le aliquote che autonomamente possono fissare per il loro territorio, ma anche dalle pressioni del Pdl. Il partito di Alfano infatti aveva chiesto insistentemente di diluire il dovuto in più rate e il Governo alla fine aveva ceduto tranne poi fare un piccolo passo indietro e appoggiare un emendamento dell'Udc che dà la possibilità di optare per una delle due soluzioni.

L'unica cosa certa sono le aliquote per la prima rata – L'unica cosa certa al momento è il calcolo della prima rata dell'Imu che, per evitare problemi, sarà uguale per tutti i comuni. Come stabilito dal decreto Salva Italia i cittadini dovranno versare un'aliquota base pari allo 0,4% della rendita catastale per la prima casa, con una detrazione standard di 200 euro più altri 50 euro per ogni figlio convivente di età inferiore ai 26 anni. L'aliquota per le altre abitazioni non principali è fissata invece a 0,76%. In ogni modo solo a dicembre si saprà effettivamente il totale dell'esborso, quando i comuni avranno deciso quale range applicare tra quelli a loro disposizione. Per le abitazioni principali i comuni potranno alzare o abbassare l'aliquota di due decimi che si trasformano in tre decimi per gli altri immobili.

In attesa delle decisioni dei Comuni sull'aliquota Imu – In realtà è molto probabile che i comuni optino per il massimo a loro disposizione visto che rispetto alla vecchia Ici la nuova Imu avrà una ripartizione molto differente. In pratica gli enti locali devono accontentarsi degli incassi dell'Imu sulla prima casa e solo della metà dell'aliquota standard prevista sugli altri immobili mentre l'altra metà andrà versata allo Stato centrale. Questo indipendentemente dall'aliquota fissata dal comune, ecco il perché dell'accusa di molti enti locali di essere diventati gli esattori del governo centrale. Da questo punto di vista il Governo ha trovato un accordo temporaneo che stabilisce sulla prima rata un introito più corposo per i comuni rispetto all'amministrazione centrale dello Stato.

Possibilità di future variazioni da parte del Governo – In realtà nemmeno il Governo sa quanto riuscirà ad ottenere dalla nuova Imu e per questo si è riservato il diritto di modificare ulteriormente le regole dopo i conti della prima rata, calcolando la differenza tra il gettito previsto rispetto a quello effettivamente arrivato. Non solo le aliquote, ma a cambiare potrebbero essere anche detrazioni e le possibilità di modifica degli stessi comuni. In più per il calcolo dell'Imu è stato aumentato  il moltiplicatore della rendita catastale e in vista vi è anche la riforma del catasto da varare con la delega fiscale che rendere ulteriormente complicato il futuro calcolo del dovuto.

Molti i dubbi su paletti e detrazioni possibili – Il calcolo dell'Imu rimane complicato anche e soprattutto per i numerosi paletti che sono stati cambiati rispetto all'Ici. Così ad esempio non si avrà diritto all'aliquota della prima casa per un immobile concesso gratuitamente ad un proprio parente, o anche in caso di doppia abitazione per i coniugi che vivono in case differenti. Si lascia scegliere ai comuni invece se considerare prima casa l'abitazione di anziani trasferiti in una casa di riposo e per gli italiani residenti all'estero. Per gli immobili non residenziali poi la disciplina diventa ancora più particolare con calcoli differenti rispetto alle varie destinazioni d'uso con altrettante molteplici detrazioni.

Difficoltà anche con i metodi di pagamento – Per non finire qui tra le complicazioni della nuova Imu anche le modalità di pagamento, che vedono per forza di cosa l'uso del modello F24 che è stato affiancato nell'ultima modifica al bollettino postale solo per la rata finale di dicembre. In più per le abitazioni non principali il versamento dovrà essere scorporato in due parti secondo le voci, quella riservata al comune e quella per l'amministrazione Statale, insomma molto probabilmente ci si dovrà affidare ad esperti con il risultato di aggravare di una nuova spesa i cittadini.

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