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Immigrati, Gentiloni: “Incursioni mirate sulle coste della Libia ma no ai bombardamenti”

Il Ministro degli esteri: “Non saranno operazioni di bombardamento dei barconi e non sarà un intervento di occupazione”
A cura di Antonio Palma
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Per mettere fine al traffico di migranti dalle coste libiche verso il nostro Paese bisogna "prendere misure sistematiche per individuare, fermare e distruggere le imbarcazioni prima che siano usate dai trafficanti” come stabilito dal comunicato finale del Consiglio europeo. Lo ha ricordato il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in un'intervista al Corriere della Sera spiegando che tra le azioni allo studio anche quella di incursioni mirate sulle coste della Libia. "Non saranno operazioni di bombardamento da aerei o da navi in mare dei barconi e non sarà un intervento di occupazione con forze militari sul terreno" ha tenuto a precisare il numero uno della Farnesina, aggiungendo: "restano un enorme lavoro di intelligence teso a individuare i trafficanti, le operazioni navali di sequestro e confisca in mare dei mezzi una volta salvati i migranti e incursioni mirate sulle coste". Ovviamente per azioni del genere serve un chiaro accordo a livello internazionale e soprattutto un'intesa con i governi libici.

Si tratta di una situazione molto delicata. "I due snodi essenziali sono quello di rassicurare i membri permanenti che il riferimento al ricorso all’uso della forza non prelude a interventi militari in Libia, motivo di forte preoccupazione per Mosca e Pechino, e quello dell’ingaggio delle autorità libiche a questo tipo di intervento, a partire dal Parlamento di Tobruk. Sapendo che in Libia non c’è un solo governo e quindi nulla è semplice su questo piano" ha confermato infatti Gentiloni. La decisone finale comunque arriverò presto. "Entro il mese capiremo se la risoluzione del Consiglio di sicurezza va a buon fine" ha spiegato il Ministro degli Esteri, aggiungendo: "L’Italia è tra i Paesi che si augurano la sua immediata approvazione. Ci siamo candidati a guidarla, offrendo anche Roma come sede del comando. Penso che il passo finale sarà quello del Consiglio europeo di fine giugno".

Ad ogni modo "nessuna singola misura può risolvere una volta per tutte il problema dei migranti" ha avvertito Genitoloni, aggiungendo: "Basta guardare i divari di reddito e demografici tra Europa e Africa, le crisi e le guerre. Non illudiamoci di poterlo cancellare, possiamo solo lavorare per regolarlo". "L’unica cosa che l’Italia non può fare, checché ne dicano alcuni nel dibattito interno, è pensare di affondare i migranti con tutti i barconi, o lasciarli al largo a morire, come avviene in questi giorni tra Myanmar e Thailandia. Questa roba in Europa non può esistere" ha concluso il Ministro.

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