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Il traffico di valuta cambia verso: dalla Svizzera all’Italia

La crisi economica e le voci su un possibile accordo anti-evasori tra i due Paesi, spingono sempre più persone a riportare ingenti somme di denaro nel Paese: alla frontiera di Chiasso otto casi scoperti nell’ultimo mese.
A cura di Biagio Chiariello
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Il flusso di denaro italiano esportato (illegalmente) verso la Svizzera e ha cambiato strada e sta rapidamente tornando verso il nostro Paese. Secondo quanto scrive il Corriere della Sera, alla frontiera di Chiasso sono stati effettuati otto sequestrati in un mese: otto casi con un sorprendente comune denominatore: il denaro non stava scappando dall’Italia ma faceva sempre il percorso opposto, dalla Svizzera al Belpaese, al contrario di quello che è storicamente sempre stato fatto.  Dall’imprenditore veneto al volante di una Jaguar e con 61.500 euro cuciti dentro la giacca, al consulente finanziario che ne aveva infilati 170 mila nell’imbottitura del sedile dell’auto, passando per l'anziana signora ottantenne con sessantamila franchi svizzeri in borsetta e il giocatore di poker, Filippo Candio (ex November Nine alle World Series Of Poker), beccato mentre trasportava cinquantamila dollari in una busto, fino a quello che, fermato per un controllo a bordo di un treno, ha dovuto estrarre due rotoli di banconote dalle mutande.

La novità è proprio nel percorso del traffico di valuta: dalla Svizzera all'Italia. I motivi? Probabilmente la crisi economica. Le cifre non sono mai superiori ai 250 mila euro, si tratta quindi di "piccoli" risparmiatori, in paragone alle cifre normalmente depositate dagli stranieri nelle banche elvetiche – e il timore per le conseguenze di un eventuale accordo con la Svizzera per scoprire gli evasori. Ma anche i timori che la comunità internazionale possa sanzionare Berna. In ogni caso, secondo Renè Chopard, direttore del centro di studi bancari di Vezia, alle porte di Luganoue Chopard, "la fuga dei capitali verso l’Italia sarebbe priva di logica: sia il governo italiano che la piazza finanziaria svizzera hanno interesse a raggiungere un accordo sulla tassazione dei capitali senza che questi debbano muoversi. Ed è l’obiettivo al quale da anni stanno lavorando Roma e Berna: farsi prendere dal panico in questo momento sarebbe fuori luogo".

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