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Il tir usato per l’attentato al mercatino di Natale a Berlino potrebbe finire in un museo

“Quando un tema assume rilevanza sociale, e in questo caso è così, allora fa parte della nostra storia, che lo si voglia o meno”, ha spiegato il presidente della fondazione che gestisce il museo di Bonn che potrebbe ospitare parte del tir usato per la strage.
A cura di Susanna Picone
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Il 19 dicembre 2016 a Berlino, nel quartiere di Charlottenburg, un tir è stato lanciato sulla folla di turisti e cittadini che stavano visitando un mercatino di Natale a Breitscheidplatz. Quel tir, alla guida secondo gli inquirenti tedeschi c’era il ventiquattrenne tunisino Anis Amri – poi ucciso in Italia a Sesto San Giovanni –, presto potrebbe finire in un museo. In particolare, il tir usato per l’attentato di Berlino potrebbe finire nelle sale della “Casa della storia” tedesca (Haus der Geschichte) di Bonn. La decisione definitiva non è stata ancora presa e, secondo quanto ha spiegato alla Dpa il presidente della fondazione che gestisce il museo, Hans Walter Huetter, sarà necessario far passare un po’ di tempo dai fatti per dare “una risposta definitiva”. Huetter ha infatti spiegato che di fronte a fatti così cruenti è necessaria una certa distanza temporale per affrontare il tema.

Il tir dell’attentato forse nelle sale della “Casa della storia” tedesca di Bonn – Nell'eventualità di una decisione positiva, il museo di Bonn – ha spiegato ancora il presidente – accoglierà comunque solo una parte del tir considerate le sue dimensioni troppo ingombranti. “Quando un tema assume rilevanza sociale, e in questo caso è così, allora fa parte della nostra storia, che lo si voglia o meno”, ha detto ancora parlando di questa eventualità il presidente della fondazione che gestisce il museo tedesco.

Il tir usato per uccidere dodici persone – Il tir utilizzato da Amri per compiere l’attentato sui mercatini di Natale, poi rivendicato dall’Isis, ha ucciso dodici persone (tra cui anche una ragazza italiana, Fabrizia Di Lorenzo) e ha provocato una cinquantina di feriti. Secondo fonti investigative, il sistema di frenata automatico in dotazione del mezzo ha evitato che il bilancio dell’attentato fosse ancora più drammatico. Grazie a questo sistema, il tir ha infatti bloccato la sua corsa dopo 60, 70 metri.

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